La Storia Della Redenzione
L’ultima testimonianza di Paolo
Paolo è stato condotto in modo privato sul luogo dell'esecuzione. I suoi persecutori, allarmati dalla grandezza della sua influenza, temevano che i convertiti potessero essere conquistati dal cristianesimo anche dalla scena della sua morte. SDR 225.1
Poche persone assistettero al trasferimento di Paolo al luogo prescelto per l’esecuzione. I suoi persecutori limitarono il numero degli spettatori, i quali temevano che, a motivo della fama acquisita dall’apostolo, le scene della sua morte avrebbero potuto conquistare nuovi proseliti e rafforzare la causa del cristianesimo. In ogni modo anche gli insensibili soldati che lo scortavano, furono sorpresi dal fatto che l’apostolo era contento, dal suo viso non traspariva il pur minimo segno di preoccupazione a motivo del supplizio che l’attendeva. Egli aveva già perdonato i suoi carnefici, lo sorreggeva un’incrollabile fiducia in Cristo. Questo comportamento spinse certuni tra quelli che assistettero al martirio ad accettare il cristianesimo. Molte di quelle persone, che avevano accettato il Salvatore predicato da Paolo, suggellarono coraggiosamente la loro fede con il sacrificio della propria vita. Fino alla sua ultima ora di vita, Paolo testimoniò delle parole di verità che aveva rivolto ai Corinzi: Il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo. Or noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l'eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi. Noi siamo afflitti in ogni maniera, ma non ridotti agli estremi; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; abbattuti, ma non distrutti, portando del continuo nel nostro corpo il morire del Signore Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. 2 Corinzi 4:6-10 SDR 225.2
L’efficacia della sua predicazione non derivava da qualche virtù personale, ma dall’azione e dalla presenza dello Spirito Santo che colmava la sua anima e che assoggettava ogni suo pensiero alla volontà di Cristo. Il profeta dichiara: “Alla mente che riposa in te tu conservi una pace perfetta, perché confida in te”. Isaia 26:3 La pace celeste espressa dal volto di Paolo conquistò molte anime al Vangelo. SDR 225.3
L’apostolo guarda al grande aldilà, non con incertezza e paura ma con un animo fiducioso, desideroso di conoscere ciò che l’attende. Mentre si trova sul luogo del martirio, egli non vede la spada dell’esecutore né la terra che presto riceverà il suo sangue, ma contempla, attraverso il cielo terso di quel giorno, il trono dell’Eterno. SDR 226.1
Il suo parlare era come questo: Tu sei la mia parte, Tu sei il mio conforto! Quando ti abbraccerò? Quando ti vedrò senza velo? Paolo comunicò al prossimo l’atmosfera del cielo. Tutti quelli che ebbero un qualche contatto con lui sentirono l’influsso della sua unione con Cristo. Il fatto che la sua stessa vita rispecchiasse la verità garantiva l’efficacia della sua predicazione. Tale corrispondenza è sempre un segno della potenza della verità. L’influsso spontaneo e involontario di una vita santa è il più convincente sermone che possa essere fatto in favore del cristianesimo. Gli argomenti, anche quando sono indiscutibili, possono provocare opposizione; ma un buon esempio ha in sé una potenza alla quale è impossibile resistere SDR 226.2
Egli era preoccupato per la sorte di quei credenti che avrebbero dovuto affrontare da soli il pregiudizio, l’odio e l’opposizione dei nemici. Tale preoccupazione gli aveva fatto perdere di vista l’approssimarsi della fine. Egli cercò di incoraggiare quei pochi cristiani che lo accompagnavano al luogo dell’esecuzione ripetendo le promesse dirette a coloro che sono perseguitati per amore della giustizia. Li assicurò che tutto ciò che il Signore aveva detto circa i suoi fedeli servitori si sarebbe avverato. Per un breve tempo essi sarebbero stati aggravati da molteplici tentazioni, e privati delle comodità terrene; in ogni caso erano certi del fatto che Dio li avrebbe aiutati quando affermavano: “Io so in chi ho creduto e sono persuaso ch’egli è potente da custodire il mio deposito”. 2 Timoteo 1:12 Presto la notte della prova e della sofferenza sarebbe terminata e sarebbe sorta la gioiosa aurora e la pace di un giorno perfetto. SDR 226.3
Il Capitano della nostra salvezza ha preparato il suo servitore per l'ultimo grande conflitto. Riscattato dal sacrificio di Cristo, lavato dal peccato nel suo sangue, rivestito della sua giustizia, Paolo ha la certezza che la sua anima è preziosa agli occhi del suo Redentore. La sua vita è nascosta con Cristo in Dio, ed egli è persuaso che Colui che ha conquistato la morte è capace di custodire tutto quello che è stato affidato alla sua cura. La sua mente afferra la promessa del Salvatore: “Io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Giovanni 6:40 I suoi pensieri e le sue speranze sono concentrate sulla seconda venuta del suo Signore. E mentre la spada dell’esecutore si abbatte su di lui e le ombre della morte lo circondano, lo accompagna questo suo ultimo pensiero, un pensiero che rivivrà il giorno del grande risveglio, quando incontrerà il Creatore della vita, che lo farà partecipe della gioia dei beati. SDR 226.4
Molti secoli sono trascorsi da quando l’anziano Paolo versò il suo sangue in testimonianza della Parola di Dio e in testimonianza di Gesù Cristo. Nessuna mano fedele ha scritto per le future generazioni le ultime scene della vita di questo uomo santo; malgrado ciò Dio ha preservato per noi il suo testamento in punto di morte. Come uno squillo di tromba, la sua voce ha risuonato attraverso i tempi, rinvigorendo con il suo coraggio le migliaia di persone che hanno testimoniato la loro fede in Cristo, e risvegliando in migliaia di cuori afflitti l’eco della sua trionfante gioia: “Io sto per essere offerto in libagione, e il tempo della mia dipartita è vicino. Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede. Per il resto, mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti quelli che hanno amato la sua apparizione”. 2 Timoteo 4:6-8 SDR 227.1