La Storia Della Redenzione

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L’unica via possibile di salvezza

Gli angeli si inchinarono davanti a lui e offrirono la propria vita. Gesù disse loro che tramite la Sua morte avrebbe salvato molti, e che la vita di un solo angelo non poteva pagare quel debito. Solo la sua vita poteva essere accettata da Suo Padre come riscatto per l'uomo. Gesù disse che anche gli angeli avrebbero avuto il loro compito, che sarebbero stati con Lui in diversi momenti per rafforzarlo, che avrebbe assunto la natura dell’uomo caduto, e la sua forza non sarebbe stata uguale alla loro, che sarebbero stati testimoni della sua umiliazione e delle sue grandi afflizioni. Avrebbero visto le sue sofferenze e l’odio degli uomini nei suoi confronti, sperimentando un profondo dolore. Motivati dal loro amore avrebbero desiderato salvarlo e liberarlo dai suoi assassini, ma non avrebbero dovuto interferire in nessun caso. Avrebbero avuto, però, una parte attiva alla sua risurrezione. Il piano della salvezza era stato deciso e suo Padre lo aveva accettato. SDR 27.1

Nonostante la tristezza degli angeli, Gesù li incoraggiò e consolò, informandoli che tutti i redenti un giorno sarebbero vissuti con lui; tramite la Sua morte ne avrebbe riscattati molti, distruggendo colui che aveva il potere sulla morte. Che suo Padre gli avrebbe dato il regno e la sua grandezza sotto tutti i cieli, e che lo avrebbe posseduto per sempre e in eterno. Satana e i peccatori sarebbero stati distrutti e non avrebbero mai più turbato il cielo né la nuova terra purificata. Gesù invitò gli angeli ad accettare il piano della salvezza che il Padre aveva accettato e a gioire, perché attraverso la sua morte l’uomo caduto sarebbe stato innalzato per ottenere nuovamente il favore divino e accedere al cielo. SDR 27.2

Allora una gioia inesprimibile li pervase e tutta la moltitudine angelica intonò un inno di lode e di adorazione. Suonarono le loro arpe e intonarono una nota più alta per celebrare la grande misericordia e la bontà di Dio nel permettere che il suo amato Figlio morisse per la razza ribelle. Lode e adorazione furono espresse per l’abnegazione e il sacrificio di Gesù, per il suo consenso a lasciare il seno di suo Padre e a scegliere una vita di sofferenza e di angoscia, accettando una morte indegna per dare la vita ad altri. SDR 27.3

L’angelo disse: “Pensate forse che il Padre abbia accettato di donare il suo amato Figlio senza difficoltà? No! È stato difficile anche per il Padre scegliere fra lasciar morire l’uomo o permettere che il Suo amato Figlio morisse per lui”. Gli angeli erano così interessati alla salvezza dell'uomo che si poteva trovare tra loro chi sarebbe stato disposto a rinunciare alla gloria e a dare la vita per l'uomo perduto. Ma”, l’angelo che mi accompagnava disse, “non servirebbe a niente. La trasgressione è così grande che la vita di un angelo non può pagare il debito. Nient'altro che la morte e l'intercessione di suo Figlio poteva pagare il debito e salvare l'uomo perduto dal male e dalla miseria senza speranza”. SDR 28.1

Ma agli angeli fu assegnato un compito, cioè salire e scendere dal cielo con il balsamo fortificante proveniente dalla gloria, per addolcire le sofferenze del Figlio di Dio e per servirlo. Essi dovevano anche custodire e proteggere i sudditi della grazia dagli influssi degli angeli empi e dalle tenebre che Satana avrebbe costantemente gettato su di loro. Vidi che era impossibile per Dio alterare o cambiare la Sua legge per salvare l'uomo perduto; perciò Egli permise che il Suo caro Figlio morisse per la trasgressione dell'uomo. Satana si rallegrò ancora una volta con i suoi angeli; grazie alla caduta dell’uomo aveva costretto il Figlio di Dio ad abbondare la Sua posizione. Disse ai Suoi angeli che se Gesù avesse preso la natura dell’uomo decaduto, sarebbe stato facile per lui avere il sopravvento, ostacolando così il piano della salvezza. SDR 28.2

Mi fu mostrato che Satana un tempo era un angelo felice ed esaltato. Poi vidi qual era la sua situazione attuale; aveva ancora un’apparenza regale, i suoi tratti erano nobili nonostante fosse un angelo decaduto. Ma l’espressione del volto era carica di tensione, di preoccupazione, di infelicità, di malizia, di odio, d’inganno, di cattiveria e di ogni manifestazione della malvagità. Notai in particolare che la sua fronte, un tempo così nobile, era diventata sfuggente. Il suo continuo contatto con il male aveva degradato tutte le sue qualità, e in lui si erano sviluppati i tratti più negativi. I suoi occhi erano astuti, furbi e penetranti. La sua figura era imponente, ma i muscoli del viso erano privi di tono e la pelle delle mani cadente. Quando lo vidi aveva il mento appoggiato alla mano sinistra, e sembrava molto pensieroso. Sul suo viso c’era un sorriso che mi fece rabbrividire perché esprimeva malizia e furbizia satanica. Questo è il suo sorriso quando sta per accanirsi sulla sua vittima e quando la intrappola nelle sue reti, diventa sempre più orribile. SDR 28.3

Umilmente e con indicibile dolore Adamo ed Eva lasciarono il bel giardino dove erano stati così felici fino a quando non disobbedirono al comando di Dio. L'atmosfera era cambiata. Non era più costante come era stata prima della trasgressione. Dio li rivestì con tuniche di pelli per coprirli dalla sensazione di caldo e di freddo a cui erano esposti. SDR 28.4