La Storia Della Redenzione

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Incontro con Pietro e Giacomo

Barnaba, che aveva generosamente contribuito con il suo denaro per sostenere la causa di Cristo e per alleviare le necessità dei poveri, aveva conosciuto Paolo già quando questi perseguitava i credenti. Ora si fece avanti e rinnovò quella vecchia conoscenza, ascoltò la testimonianza di Paolo riguardo alla sua miracolosa conversione e alla sua esperienza di quel tempo. Credette pienamente e lo accolse, e lo condusse alla presenza degli apostoli. Raccontò l’esperienza di Paolo appena sentita, come egli avesse ricuperato la vista in risposta alle preghiere di Anania, e in seguito come avesse accettato e predicato che Gesù era il Figlio di Dio nelle sinagoghe di quella città. SDR 198.1

Gli apostoli non esitarono più; non potevano resistere a Dio. Pietro e Giacomo, che a quel tempo erano gli unici apostoli a Gerusalemme, diedero una mano a Paolo, un ex persecutore della fede dei cristiani. Da quel momento fu tanto amato e rispettato quanto prima fu temuto ed evitato. E qui che i due grandi personaggi della nuova fede si incontrarono: Pietro, uno dei compagni di Cristo mentre era sulla terra, e Paolo, il fariseo, che, sin dall'ascensione di Gesù, Lo aveva incontrato faccia a faccia e aveva parlato con Lui, Lo aveva anche visto in visione, e la natura della Sua opera in cielo. SDR 198.2

Questo primo incontro, anche se di breve durata, fu molto importante per entrambi, perché Paolo era ansioso di occuparsi degli affari del suo Maestro. Ben presto la voce di Stefano che aveva così accanitamente contestato, fu udita nella stessa sinagoga proclamata senza timore che Gesù era il Figlio di Dio. Egli sostenne la stessa causa proclamata da Stefano. Raccontò la sua meravigliosa esperienza e, con il cuore pieno di desiderio per i suoi fratelli ed ex compagni, presentò le prove della profezia, esattamente come aveva fatto Stefano, che Gesù crocefisso, era il Figlio di Dio. SDR 198.3

Ma Paolo aveva calcolato male lo spirito dei suoi fratelli ebrei. La stessa furia che era esplosa su Stefano ora fu inflitta a lui. Sentendosi aggravato dalla sua responsabilità nei confronti di quegli increduli, Paolo si recò nel tempio a pregare, e lì, come lui stesso dichiarò in seguito, fu rapito in estasi. E vide un messaggero celeste che gli disse: “Affrettati ed esci presto da Gerusalemme, perché essi non riceveranno la tua testimonianza intorno a me”. Atti 22:18 Avrebbe volontariamente rinunciato alla sua vita, pur di far loro conoscere la Verità. SDR 198.4

Gli ebrei cominciarono a fare piani per ucciderlo, allora i discepoli lo esortarono a lasciare Gerusalemme; ma egli indugiò, perché desiderava collaborare ancora per un po’ con i suoi fratelli ebrei. Aveva preso una parte così attiva nel martirio di Stefano che ora era profondamente ansioso di togliere questa macchia rivendicando coraggiosamente la verità a costo della stessa sua vita. Quindi, fuggire da Gerusalemme gli sembrava una vigliaccheria. SDR 199.1