La Storia Della Redenzione

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La morte di Stefano

Sentendo ciò, i sacerdoti e i capi del popolo s’infuriarono e persero il controllo. Comportandosi come bestie feroci più che come esseri umani, si avventarono su Stefano con il chiaro desiderio di annientarlo. Sui visi crudeli delle persone che lo circondavano, il prigioniero lesse il suo destino; ma la sua fede non vacillò. Non temeva più la morte. Ad un tratto, la scena che gli era dinanzi, svanì. Egli alzò gli occhi al cielo e vide la gloria del regno di Dio, e Cristo in piedi accanto al Suo trono, già pronto a sostenere il suo fedele servitore. Con parole piene di un’invincibile gioia, Stefano esclamò: “Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figliuol dell’uomo in piè alla destra di Dio”. Atti 7:56 SDR 189.2

La scena che infuriava intorno all’apostolo fu soffocata da una stupenda visione. Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e disse: “Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell’uomo in piedi alla destra di Dio. Ma le persone non volevano ascoltarlo: “...gettando grida altissime, si turarono gli orecchi e si avventarono tutti insieme sopra di lui; e, cacciatolo fuori dalla città, lo lapidarono. Ma, Stefano, messosi in ginocchio, gridò ad alta voce: ‘Signore, non imputar loro questo peccato”. (vv. 55-60) SDR 189.3

Durante questa crudele agonia, Stefano, pregò per i suoi aguzzini come fece Gesù durante la Sua crocefissione. I testimoni che lo accusarono dovevano lanciare le pietre per primi. Poi, queste stesse persone hanno deposto le loro vesti ai piedi di Saul, perché anche lui prese parte attiva alla disputa e aveva acconsentito alla morte del prigioniero. Il martirio di Stefano ha lasciato una profonda impressione su tutti coloro che lo hanno assistito. Fu una dura prova per la chiesa, ma portò alla conversione lo stesso Saul. La fede, la costanza e la glorificazione del martire non potevano essere cancellate dalla sua memoria. Il sigillo di Dio sul suo volto, le sue parole che raggiungevano l'anima stessa di tutti coloro che le udivano, eccetto coloro di cui i cuori erano induriti, resistendo alla luce, rimasero nella loro memoria. SDR 190.1

Nessuna condanna legale fu emessa contro Stefano, ma le autorità romane erano state corrotte con forti somme di denaro affinché non investigassero su questo caso. Il martirio di Stefano lasciò una profonda impressione in tutti coloro che assistettero al fatto. Il suo volto illuminato dalla gloria divina, le sue parole che toccavano l’intimo del cuore di coloro che le udivano, rimasero nella mente dei presenti, e testimoniavano della verità che era stata proclamata. La sua morte fu una prova molto difficile per la chiesa, ma diede come risultato la conversione di Saulo, il quale non poteva allontanare dalla sua mente la fede e la costanza del martire, e la gloria che aveva illuminato il suo volto. SDR 190.2

Al processo e alla morte di Stefano, Saulo sembrava essere pervaso da uno zelo frenetico. Dopo, egli si infuriò con sé stesso, contro la propria convinzione che Stefano era stato onorato da Dio nel medesimo momento in cui era disonorato dagli uomini. Il suo zelo nel condurre la persecuzione sparse il terrore tra i cristiani di Gerusalemme. Le autorità romane non fecero nessuno sforzo per fermare quest’opera crudele, anzi aiutarono segretamente i giudei, in modo da riconciliarsi e assicurarsi il loro favore. SDR 190.3

Dopo il martirio di Stefano, Saulo fu eletto membro del concilio del Sinedrio, in considerazione della parte che aveva avuto in quell’occasione. Per un certo periodo di tempo egli fu un potente strumento nelle mani di Satana per condurre la sua ribellione contro il Figlio di Dio. Ma presto questo instancabile persecutore fu assunto per l’edificazione della chiesa che ora stava cercando di distruggere. Colui che è più potente di Satana aveva scelto Saulo perché prendesse il posto del martire Stefano per predicare e soffrire per amore del Suo nome, e per diffondere ovunque la buona novella della salvezza mediante il Suo sangue. SDR 190.4