La Storia Della Redenzione

144/232

Capitolo 36—La Morte Di Stefano

Atti 6:8; 7:60

Stefano, il primo dei sette diaconi, era un uomo di grande pietà e di profonda fede. Sebbene fosse giudeo di nascita, parlava la lingua greca, ed era familiare con le usanze e i costumi dei greci. Perciò trovò facilmente l’opportunità di predicare il Vangelo nelle sinagoghe dei giudei di lingua greca. Egli era molto attivo nel servizio che svolgeva in onore di Cristo, e proclamava con fermezza la sua fede. Rabbini colti e dottori della legge partecipavano a discussioni pubbliche con lui, illudendosi di ottenere una facile vittoria. Ma “non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava”. Atti 6:9 SDR 187.1

Gli studenti figli dei grandi rabbini si sentivano fiduciosi nell’ottenere una vittoria su Stefano, perché lo consideravano un ignorante. Stefano, invece, non parlava solo con la potenza dello Spirito Santo; tutta la vasta assemblea che lo ascoltava vedeva che egli era egli uno studioso delle profezie, che era istruito in tutte le questioni che riguardavano la legge ebraica. Egli difese abilmente la verità nella quale credeva e difendeva; e proprio con questa verità sosteneva di poter sconfiggere i suoi avversari. SDR 187.2

Come i sacerdoti e i capi del popolo eletto videro l’influsso che la predicazione di Stefano esercitava sul popolo, andarono su tutte le furie. Invece di cedere all’evidenza delle prove che lui presentava, decisero di farlo tacere una volta per tutte, uccidendolo. Il loro scopo era quello di alienare il loro controllo su quei processi che avevano condotto seguendo un proprio criterio di giustizia. SDR 187.3

Giudei colti, provenienti dai paesi circostanti, furono convocati con lo scopo di confutare gli argomenti del prigioniero. Saulo da Tarso era presente, ed ebbe una parte rilevante nell’accusare Stefano. Egli usò l’eloquenza e la logica tipica dei rabbini per convincere il popolo che Stefano stava predicando delle dottrine ingannevoli e pericolose. Egli si accorse che Stefano possedeva una conoscenza completa del piano che Dio aveva ideato per portare a termine l’evangelizzazione del mondo. SDR 187.4

Ma quando Saulo affrontò Stefano, vide in lui qualcuno molto istruito, uno che aveva una piena comprensione dello scopo di Dio nella diffusione del Vangelo ad altre nazioni. Uno, che credeva in Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe ed era pienamente convinto riguardo ai privilegi degli ebrei; e che la sua fede era molto grande. Stefano sapeva che era giunto il momento in cui i veri credenti non avrebbero dovuto adorare da soli nei templi fatti con le mani; ma, in tutto il mondo, gli uomini potrebbero adorare Dio in Spirito e verità. Quando il velo è caduto dagli occhi di Stefano, ha potuto discernere ciò che era stato abolito con la morte di Cristo. SDR 188.1

Siccome i sacerdoti e i capi del popolo non riuscivano a prevalere contro la chiara e calma saggezza di Stefano, decisero di far di lui un esempio; e mentre avrebbero soddisfatto la loro sete di vendetta, avrebbero sparso il terrore e prevenuto altri dall’adottare il suo credo. Delle persone furono pagate per testimoniare il falso, e che avevano udito Stefano dire cose blasfeme contro il tempio e la legge. “Infatti gli abbiamo udito dire — questi testimoni dichiararono — che quel Nazareno, Gesù, distruggerà questo luogo e muterà gli usi che Mosè ci ha tramandati”. Atti 6:14 SDR 188.2

Mentre Stefano si trovava faccia a faccia con i suoi accusatori per rispondere al crimine di blasfemia, un santo fulgore brillava sul suo volto. “E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, avendo fissati gli occhi su di lui, videro il suo volto simile al volto di un angelo”. Atti 6:15 Molti di coloro che videro il suo volto illuminato, tremarono e si velarono i volti, ma la loro ostinata incredulità non mutò. SDR 188.3