Conflitto E Coraggio

47/366

Strade Insicure, 15 febbraio

Or i due angeli giunsero a Sodoma verso sera, mentre Lot era seduto alla porta di Sodoma; come li vide egli si alzò per andar loro incontro... e disse: “Miei signori, vi prego, venite in casa del vostro servo, passatevi la notte ...” Genesi 19:1,2 CeC 50.1

Lot, il nipote di Abramo, sebbene avesse abitato a Sodoma, era intriso dello spirito di gentilezza e ospitalità del patriarca. Vedendo al calar della notte due sconosciuti alle porte della città e conoscendo i pericoli che sicuramente li avrebbero tormentati in quella città malvagia, Lot insistette per portarli a casa sua. Non ci pensò minimamente agli eventuali pericoli che potrebbero derivare a lui e alla sua famiglia. Faceva parte dei suoi principi proteggergli dai pericoli e prendersi cura dei senzatetto, e quindi ospitò i due viaggiatori sconosciuti con grande gentilezza. Coloro che egli cercava di proteggere, in effetti, erano proprio loro a voler proteggere Lot. Al calar della notte Lot li aveva condotti con tutta la sicurezza necessaria verso la sua casa, mentre all’alba questi stessi ospiti condussero Lot con la sua famiglia in salvo fuori dalla città condannata alla distruzione. 6T, 342 CeC 50.2

Lot, pur non avendoli riconosciuti, era abituato a essere cortese ed educato: faceva parte della sua fede, degli insegnamenti che aveva imparato da Abramo. Se non avesse manifestato queste sue qualità, probabilmente sarebbe stato abbandonato a sé stesso nell’imminente catastrofe. Più di una famiglia, chiudendo la porta davanti a un estraneo, ha rifiutato un messaggero di Dio che avrebbe recato benedizioni, speranza e pace. CeC 50.3

Ogni azione, per quanto piccola, ha la sua importanza nel determinare il bene o il male. L’adempiere o il trascurare quelli che sembrano in apparenza dei piccoli doveri può rappresentare, nell’esistenza di ognuno, il presupposto delle più ricche benedizioni o delle peggiori sciagure. Il carattere è messo alla prova dalle piccole cose; Dio sorride per le semplici azioni che implicano una rinuncia quotidiana, quando esse sono espresse spontaneamente e con gioia. Dobbiamo vivere in funzione degli altri e non di noi stessi. La nostra vita può essere benedetta solo se dimentichiamo il nostro io e coltiviamo uno spirito di amore disinteressato e di altruismo. Sono le piccole attenzioni e le semplici cortesie che rendono la vita felice: il trascurarle è una delle cause più importanti delle miserie dell’umanità. PP, 158 CeC 50.4