Conflitto E Coraggio

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Una Società Di Benestanti, 29 gennaio

...come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano... finché venne il diluvio e li portò via tutti. Matteo 24:38,39 CeC 33.1

Il peccato del mondo di Noè era l’intemperanza nel senso generale, mentre oggi, l’intemperanza è molto più marcata nel mangiare e nel bere a tal punto che Dio non può più tollerare... Tutti gli eccessi illeciti dell’uomo conducono alla violazione delle leggi stabilite da Dio. Dio... non farà nessun miracolo per contrastare le violazioni perverse delle leggi della salute e della vita. L’uomo avrebbe dovuto avere più stima di sé stesso in base al prezzo che è stato pagato per lui. Una volta ha preso coscienza del valore di sé stesso, non abuserà consapevolmente delle sue facoltà fisiche e mentali. Al contrario, se egli si mette sotto il controllo delle agenzie sataniche, l’abuso delle sue facoltà fisiche e spirituali e dei suoi preziosi poteri è un insulto all’Iddio del cielo. Lt 73a, 1896 CeC 33.2

L’intemperanza nel mangiare e nel bere è in aumento. Le pubblicità con tutti i tipi di cibo con cui soddisfare l’appetito epicureo sono sparse ovunque, e a seguito di questo stato di cose è inevitabile la sofferenza. La forza vitale del corpo umano non è più in grado di sopportare un tale peso, di conseguenza si amala. Sebbene la malvagità del mondo fosse così grave, tuttavia il Signore diede agli uomini centoventi anni di libera scelta e se avessero fatto un buon uso di questa scelta, non avrebbero dovuto pentirsi. Ma nonostante la tolleranza di un Dio buono e misericordioso, il popolo non ha migliorato le sue opportunità. Per un po’ rimasero spaventati, e continuarono ad andare avanti con temerarietà, ma ben presto prevalsero le abitudini depravate sulla moderazione. Il loro discernimento era offuscato e il loro desiderio di seguire l’empietà si rafforzò. MS 88, 1897 CeC 33.3

È necessario mangiare e bere per ripristinare la forza fisica per servire il Signore, ma quando portiamo il nostro cibo alla bocca senza il pensiero rivolto al nostro Padre celeste, mangiamo e beviamo solo per il gusto di farlo, esattamente come facevano gli antidiluviani. MS 16, 1895 CeC 33.4