Con Tutto Il Cuore

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Un Sacrificio Perfetto, 4 luglio

Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per esso egli ricevette la testimonianza che era giusto. Ebrei 11:4 CTC 205.1

Questi due fratelli, Caino e Abele, rappresentano l'intera famiglia umana. Entrambi furono messi alla prova dell’ubbidienza, e tutti saranno provati come loro. Abele superando la prova, dimostrò il suo carattere retto, testimoniò i princìpi della vera divinità. Ma la religione di Caino non aveva un buon fondamento perché si basava sul merito umano. Egli portò a Dio qualcosa che aveva un interesse personale: i frutti della terra, che aveva coltivato con la sua fatica; e presentò questa offerta come un favore fatto a Dio, attraverso il quale si aspettava di ottenere l’approvazione divina. Obbedì alla costruzione di un altare, obbedì nel portare un sacrificio, ma fu solo un’obbedienza parziale. La parte essenziale, il riconoscimento della necessità di un Redentore, fu ignorata... Entrambi erano peccatori, ed entrambi riconoscevano i diritti di Dio come oggetto di culto. Apparentemente, la loro religione era la stessa fino a un certo punto, ma la storia della Bibbia ci mostra che ci fu un tempo in cui la differenza tra i due divenne molto evidente. Questa differenza consisteva nell'obbedienza di uno e nella disobbedienza dell'altro. L'Apostolo dice che Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino. Abele comprese i grandi princìpi della redenzione. Egli vide sé stesso come un peccatore, vide il peccato, il sua castigo e la morte come un ostacolo tra la sua anima e la comunione con Dio. Portò la vittima ferita, la vita sacrificata, riconoscendo così le esigenze della legge che era stata trasgredita. Attraverso il sangue versato, contemplò il sacrificio futuro, Cristo agonizzante sulla Croce del Calvario; e, confidando nell'espiazione compiuta, ebbe la prova che egli era giusto e che la sua offerta era stata accettata. Come mai Abele conosceva così bene il piano di salvezza? Adamo lo insegnò ai suoi figli e nipoti.... Dopo che Adamo ebbe peccato, sopravvenne su di lui una sensazione di terrore. Una paura costante lo travolse; inoltre la vergogna, il rimorso torturarono la sua anima. In quello stato d'animo egli voleva essere il più lontano possibile dalla presenza di Dio, anche se prima aveva desiderato tanto incontrarlo nella sua casa in Eden. Ma il Signore non abbandonò quest’uomo tormentato, e mentre condannava il peccato di cui si era reso colpevole, lo incoraggiò pronunciando parole piene di promesse. Signs, Dec. 23, 1886 CTC 205.2