Nei Luoghi Celesti

262/367

ıl processo di purificazione, 17 settembre

Carissimi, non lasciatevi disorientare per la prova di fuoco che è in atto in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, perché anche nella manifestazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. 1 Pietro 4:12,13 LC 275.1

Non senza uno scopo il Signore permette le prove. Se il Suo popolo potesse vedere la fine sin dal principio e discernere il Suo scopo, Egli non avrebbe bisogno di guidarlo. Se Dio li sottopone alla disciplina e all’umiliazione attraverso prove e afflizioni, è perché vuole che si accorgono della loro debolezza e di conseguenza si avvicinino a Lui... LC 275.2

I cristiani sono gioielli di Cristo. La loro lucentezza dipende dalla purificazione che ricevono. Essi sono liberi di scegliere di essere purificati o di rimanere inquinati. Ma tutti quelli che si sentono degni di entrare nel tempio del Signore, devono sottoporsi al processo di purificazione. Senza questo processo non possono riflettere la luce di Cristo perché sono rimasti come una pietra comune non levigata. Cristo dice a ognuno di noi: ‘Tu sei mio! Ti ho comprato a caro prezzo. Ora sei solo una pietra grezza, ma se ti metti nelle mie mani, ti renderò lucido e la tua lucentezza renderà onore al mio nome. Nessun uomo ti strapperà dalla mia mano, perché tu sei il mio tesoro particolare. Nel giorno della mia incoronazione sarai un gioiello della mia corona. LC 275.3

II divino Maestro non dedica molto tempo per materiale senza valore. Egli lucida solo quei gioielli che si lasciano smerigliare totalmente, nonostante questo processo sia duro e impegnativo. Cristo taglia in profondità il carattere per estirpare l’autosufficienza e l’autoesaltazione. Egli taglia via l’eccesso, e quando mette la pietra sulla ruota della levigatrice, la preme, affinché tutta la ruvidità possa essere lisciata. Quindi, tenendo il gioiello sotto la luce, il Maestro vede in esso un riflesso di sé stesso, e lo dichiara degno di un posto nella Sua dimora celeste. Sia benedetta questa esperienza per quanto sia dura, ma che ridà il suo valore. RH March 7, 1912 LC 275.4