Nei Luoghi Celesti

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Usiamo i nostri talenti per Dio,5 agosto

Inoltre il regno dei cieli è simile a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno; a ciascuno secondo la sua capacità; e subito partì. Matteo 25:14,15 LC 231.1

La parabola dei talenti ha una applicazione personale e individuale per ogni uomo, donna e bambino. Quando il padrone di casa rivolge un appello ai suoi servi, affida a ognuno di essi un compito preciso. L’intera famiglia di Dio è coinvolta nella responsabilità di amministrare i beni di Dio. Ogni individuo, dal più umile e modesto al più grande e stimato, è un agente morale dotato di capacità grazie alle quali sarà poi chiamato a rispondere al Signore. L’abilità spirituale, mentale e fisica, influenza la posizione, gli affetti, le simpatie. Tutti sono preziosi talenti da usare nella causa del Maestro per la salvezza delle anime per le quali Cristo è morto. Pochi ancora apprezzano queste benedizioni. Pochi ancora cercano di migliorare il loro talento per aumentare la loro utilità nel mondo. Il Maestro ha dato a ciascuno di noi un compito secondo le nostre capacità, e la fiducia in proporzione a queste capacità. LC 231.2

L’uomo d’affari dovrà svolgere la propria attività in modo da rendere gloria al Maestro per la Sua fedeltà. Dovrà portare la sua religione in ogni cosa fatta e rivelare agli uomini lo Spirito di Cristo. Il meccanico dovrà essere un fedele e diligente rappresentante di colui che ha penato negli umili sentieri di vita nelle città della Giudea... Coloro che sono stati benedetti con talenti speciali, non dovrebbero sminuire il valore dei servizi di quelli che sono meno dotati. La poca fiducia in sé stessi è una fiducia in Dio. Un unico talento, se è usato diligentemente, sarà benedetto da Dio e può diventare lo strumento che crescerà in potenza e utilità. Ogni scopo sincero, ogni abnegazione, sono apprezzati e accettati dal Dio dei cieli... Usate i vostri doni con mansuetudine e umiltà, nella fiducia e nella fede fino al giorno della resa dei conti, e non avrete motivo di afflizioni o di vergogna. RH Oct. 26, 1911 LC 231.3