Un Appello Per Noi

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Un Tempo Per Essere Ciechi E Sordi, 24 novembre

Chi è cieco, se non il mio servo, o sordo come il mio messaggero che invio? Chi è cieco come colui che è in pace con me, cieco come il servo dell’Eterno? Hai visto molte cose, ma senza prestarvi attenzione; le tue orecchie erano aperte, ma non hai udito nulla. Isaia 42:19,20 AN 345.1

Che tipo di cecità è questa? È una cecità che non permetterà ai nostri occhi di contemplare il male. Non permetterà ai nostri occhi di riposare sull’iniquità, al fine di non perdere l’eternità... Il nostro desiderio deve vedere bene come vede Dio. Satana cerca costantemente di presentare le cose in modo tale che i nostri occhi possano vedere come vedono i suoi occhi. Ogni servitore di Dio deve seguire i scopi di Dio. I suoi occhi e le orecchie vengono santificati non appena saranno chiuse al male. Se al contrario ascolteranno la voce del nemico anziché quella di Dio, allora i loro sensi saranno pervertiti da ciò che vedono e ascoltano. Gesù dice: “La lampada del corpo è l’occhio; se dunque l’occhio tuo è puro, tutto il tuo corpo sarà illuminato, ma se l’occhio tuo è viziato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso; se dunque la luce che è in te è tenebre, quanto grandi saranno quelle tenebre”! Matteo 6:22,23 AN 345.2

Come nutriamo la nostra mente e le nostre anime fa la differenza. Possiamo permettere che le nostre menti si soffermino sul romanticismo e sulla costruzione dei castelli; e a che cosa ciò servirà? Produrrà solo la rovina del corpo e dell’anima. Dobbiamo imparare a vedere ciò che ci eleva, che ci nobilita, ciò che ci purifica e raffina. Dobbiamo tenere le orecchie chiuse a tutto ciò che è proibito dalla Parola di Dio, ossia il male... IO vedo in Gesù tutto ciò che è bello, tutto ciò che è santo, tutto ciò che è edificante e puro. Allora perché dovrei aprire gli occhi per vedere tutto ciò che è sgradevole? Vedendo cose belle cambiamo. Guardiamo quindi a Gesù e consideriamo la bellezza del Suo carattere, perché osservandolo saremo trasformati alla Sua stessa somiglianza. MS 17, 1894 AN 345.3