Vivere Attraverso La Fede

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Dio non usa alcuna parzialità, 23 febbraio

Allora Pietro, aperta la bocca, disse: «In verità io comprendo che Dio non usa alcuna parzialità; ma in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente, gli è gradito. Atti 10:34,35 VAF 60.1

Presso Dio non v’è parzialità... Coloro che hanno la luce e non la seguono e inoltre ignorano le esigenze di Dio, le loro benedizioni saranno trasformate in maledizioni e la loro misericordia in giudizio.3T 172 VAF 60.2

Per il Signore, come del resto anche per l’uomo, non tutti i peccati hanno la stessa importanza; per quanto alcuni errori possano apparire insignificanti all’imperfetta valutazione umana, Dio, che giudica tutto equamente, non considera nessun peccato di scarsa rilevanza. Si disprezza l’ubbriaco affermando che sarà escluso dal cielo, mentre troppo spesso non si biasima l’orgoglio, l’egoismo e l’avarizia. In realtà sono questi i peccati che offendono maggiormente Dio, perché essi negano l’amore che contraddistingue il suo carattere misericordioso e l’atmosfera che regna nei mondi che non conoscono la corruzione. SC 30 VAF 60.3

Nessuno si inganni pensando che Dio salvi anche coloro che respingono la Sua grazia perché egli è amore infinito. A chi sostiene che Dio sia troppo buono per condannare il peccatore, indicate il Calvario: solo la croce infatti fa comprendere l’enorme gravità del peccato. Cristo ha preso su di sé le colpe dei peccatori e ha sofferto al posto loro, perché non esiste nessun altro modo per salvare l’uomo. Senza questo sacrificio l’umanità non può assolutamente sottrarsi alla tirannia corruttrice del peccato, non può ristabilire nessun contatto con le creature celesti né vivere un’esperienza spirituale. L’amore, la sofferenza e la morte del Figlio di Dio attestano la terribile gravità del peccato e fanno comprendere che nessuno può evitarlo e sperare in una vita migliore se non si sottomette a Cristo. Ibid. 31,32 VAF 60.4

Elevate dunque la vostra anima lontano dal peccato per contemplare la bontà, la misericordia e l’amore di Dio. Colui che non lo farà, rimarrà colpevole. RH Mar. 19, 1889 VAF 60.5