Maranatha

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L’eccelso Onore Al Nostro Signore, 20 dicembre

Se poi qualcuno gli dirà: Che cosa sono queste ferite nelle tue mani?”, egli risponderà: “Sono quelle con cui sono stato ferito nella casa dei miei amici”. Isaia 13:6 Mar 362.1

Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati... (Apocalisse 21:1) Il fuoco che consuma i malvagi purifica la terra. Ogni traccia della maledizione viene eliminata. Nessun inferno, che arde in eterno, ricorderà agli eletti le terribili conseguenze del peccato. Rimarrà un solo ricordo: il nostro Redentore porterà per sempre su di sé i segni della crocefissione. Sul suo capo ferito, sul suo costato, sulle sue mani e suoi piedi rimarranno le tracce dell’opera crudele compiuta dal peccato. Contemplando Cristo nella Sua gloria, il profeta dice: ... dei raggi partono dalla sua mano; ivi si nasconde la sua presenza. (Habacuc 3:4) Quelle mani, quel fianco ferito, da cui sgorgò il sangue che ha riconciliato l’uomo con Dio, rappresentano la gloria del salvatore, la Sua potenza. Potente per salvare mediante il sacrificio della redenzione, egli ha anche la forza di seguire la giusta sentenza su coloro che hanno disprezzato la misericordia di Dio. I segni della Sua umiliazione sono i titoli più eccelsi del Suo onore. Nell’eternità, le ferite del Calvario racconteranno le Sue lodi e proclameranno la Sua potenza. GC 674 L’esperienza di Gesù sarà approfondita e cantata dai redenti nell’eternità. In Cristo glorificato, essi vedranno Cristo crocefisso. Essi dimenticheranno mai che Colui, che con la sua potenza ha creato e sostiene i mondi nell’immenso regno dello spazio, il Figlio diletto di Dio, la Maestà del cielo, Colui che i cherubini e i serafini adorano con gioia, si umiliò per rialzare l’uomo caduto, prese su di sé la colpa e subì l’infamia del peccato. Egli sopportò la separazione dal Padre e soffrì così tanto per i peccati di un mondo perso che, sulla croce del Calvario, il Suo cuore ne fu spezzato e morì. Il pensiero che il Creatore di tutti i mondi, l’Arbitro di tutti i destini, abbia acconsentito a rinunciare alla sua gloria e umiliarsi per amore dell’uomo, susciterà sempre la meraviglia e l’adorazione dell’universo. Quando i redenti contempleranno l’eterna gloria del Padre che risplende sul viso del Salvatore, quando vedranno il suo trono che di eternità in eternità non avrà mai fine, allora intoneranno il canto: Degno, degno è l’Agnello che è stato ucciso e che ci ha riscattati col suo prezioso sangue. Il mistero della croce spiega tutti gli altri misteri. Alla luce che scaturisce dal Calvario, il carattere di Dio che ci aveva riempito di timore e di spavento, ci apparirà in tutta la sua bellezza. GC 651,6522 Mar 362.2