Maranatha

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Il Mistero Della Resurrezione, 20 ottobre

Io so che il mio Redentore vive e che alla fine si leverà sulla terra. Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, nella mia carne vedrò Dio. Lo vedrò io stesso; i miei occhi lo contempleranno, e non un altro. Il mio cuore si strugge dentro di me. Giobbe 19:25-27 Mar 301.1

Nonostante il nostro corpo è rimasto nella tomba, la nostra identità è nascosta nella resurrezione. Le opere meravigliose di Dio sono un mistero per l’uomo. Lo spirito, il carattere dell’uomo, viene restituito a Dio e da Lui conservato. Nella resurrezione ognuno ritroverà il proprio carattere. A suo tempo Dio chiamerà i morti, restituendo l’alito vitale e ripristinando le vecchie ossa. Il corpo avrà la stessa forma, tuttavia sarà libero da malattie e da ogni difetto. Avrà le stesse caratteristiche individuali, in modo che l’amico possa riconosce l’amico. Non esiste alcuna legge di Dio in natura, che possa dimostrare che Egli restituisca identiche particelle di materia che hanno composto il corpo prima della morte. Egli darà ai santi un corpo nuovo... tale che lo soddisferà. Mar 301.2

Paolo illustra questo argomento come un chicco del grano seminato nel campo. Il chicco piantato deve morire per rivivere come un chicco nuovo. La sostanza naturale del grano che muore non rivive mai così come è stato seminato, perché Dio gli darà un corpo nuovo. Il nuovo corpo umano sarà ancor più fine, perché è una nuova creatura, perché ha subito una nuova nascita. Essendo stato seminato come un corpo naturale, rivivrà come un corpo spirituale. 6BC 1093 Mar 301.3

Il credente muore come è morto Cristo, ma la vita del Salvatore è preservata in lui. La sua vita è nascosta con Cristo in Dio. Sono venuto — dice Gesù - affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. (Giovanni 10:10) In questa vita Egli esercita un grande processo in cui i credenti diventano uno con Lui, e questa unione rimarrà per tutta l’eternità... Mar 301.4

Nell’ultimo giorno, Egli riscatterà questa parte nascosta come Sua... Cristo è diventato uno con noi, affinché noi possiamo diventare uno con Lui nella divinità. RH June 18, 1901 Mar 301.5