La Voce Nel Linguaggio E Nel Canto
Capitolo 71 - Il canto nell’esperienza di Israele
Il canto e la storia umana - La melodia della lode è l’atmosfera del cielo; e quando il cielo entra in contatto con la terra, si ode musica e lode, “allegria e gioia, lode e voci di canto”. VLC 328.1
La terra appena creata era perfetta e immacolata, e sotto l’amorevole sguardo di Dio, le stelle del mattino cantavano tutte insieme e tutti i figli di Dio mandavano grida di gioia. (Giobbe 38:7) I cuori umani, in sintonia con il cielo, rispondevano alla bontà di Dio con canti di lode. Molti degli eventi nella storia umana sono stati collegati al canto. - Ed 161 VLC 328.2
L’attraversata del Mar Rosso - Il primo inno registrato nella Bibbia espresso da labbra umane, fu la gloriosa manifestazione di ringraziamento della moltitudine d’Israele al Mar Rosso. - Ed 162 VLC 328.3
Miriam direttrice del coro - Questo magnifico canto del popolo saliva al cielo come il mugghiare dell’oceano. Le donne d’Israele e Maria, sorella di Mosè, facevano eco al canto con danze e tamburelli. I monti circostanti, il mare e il deserto risuonavano di questa melodia, che esprimeva gioia. Si sentiva un unico grido: Cantate all’Eterno, perché si è sommamente esaltato... ((Esodo 15: 1-16, 21) - Patriarchs and Prophets, 288, 289 VLC 328.4
Il Cantico di Mosè - Le parole del cantico di Mosè furono ripetute da tutto Israele, e costituirono un inno che si cantava spesso, espresso con esaltati e melodici accordi. Fu la saggezza di Mosè a presentare la Verità mediante questo canto, affinché il popolo intonandolo potesse familiarizzare con essa, e fosse impressa nella mente di tutta la nazione, sia nei giovani che negli anziani. Era importante che anche i bambini potessero imparare questo canto, perché in esso si celavano importanti lezioni, era un sermone continuo. - Evangelism, 496, 497 VLC 328.5
Canti profetici - Per far penetrare più profondamente ancora questa Verità in tutti gli animi, Mosè li espresse sotto forma poetica, attraverso un canto sacro, con valore storico e profetico, che oltre a ricordare le meraviglie che Dio aveva compiuto per il Suo popolo nel passato, preannunciava i grandi eventi del futuro, la vittoria finale dei fedeli, quando il Cristo sarebbe venuto per la seconda volta con potenza e gloria. Il popolo ricevette l’ordine di imparare a memoria questa storia in forma poetica e insegnarla ai figli e ai figli dei figli. Doveva essere cantata dalla comunità quando si riuniva per il culto, e ripetuta durante il lavoro quotidiano. I genitori avevano il dovere di imprimere queste parole nelle menti sensibili dei loro bambini, affinché essi non le dimenticassero mai. - Patriarchs and Prophets, 467, 468 VLC 329.1
I Comandamenti di Dio nel canto - Mentre il popolo si spostava nel deserto apprese molte preziose lezioni dal canto. Liberato dall’esercito del faraone, tutto Israele intonò un canto di trionfo. Nel deserto e sul mare risuonò la gioiosa melodia, e le montagne riecheggiarono di accenti di lode: «Cantate al SIGNORE, perché è sommamente glorioso» (Es 15:21). Questo cantico fu spesso ripetuto durante il cammino e contribuì a rallegrare i cuori e a ravvivare la fede dei pellegrini. I comandamenti che Dio diede al Sinai, uniti alla promessa del suo favore e al ricordo delle sue opere meravigliose per la loro liberazione, dietro consiglio divino furono espressi con il canto e intonati al suono di strumenti musicali: il popolo camminava accompagnato dalle voci che si univano in accenti di lode. VLC 329.2
Il pensiero degli israeliti, così, era distolto dalle prove e dalle difficoltà del cammino; gli spiriti turbolenti venivano tranquillizzati, i princìpi di verità fissati nella memoria e la fede ne era rinvigorita. L’azione di gruppo insegnava ordine e unità, e il popolo era messo in intima comunione con Dio e con il prossimo. - Ed 39 VLC 329.3
Le parole della legge in musica - Mosè istruì gli israeliti a mettere in musica le parole della legge. Mentre i ragazzi suonavano gli strumenti musicali, i bambini marciavano e cantavano in concerto il cantico dei comandamenti di Dio. Negli anni successivi avrebbero ricordato le parole della legge imparate durante l’infanzia. Per Mosè era essenziale inserire i comandamenti nel canto sacro, in modo che quando marciavano per il deserto i bambini potessero imparare la legge versetto per versetto; anche oggi, è altrettanto essenziale insegnare ai nostri figli la Parola di Dio. Cercate, per quanto possibile, che nelle nostre case non manchi mai il canto, affinché Dio possa entrare. - Ev 499,500 VLC 330.1
Canti commemorativi - I rapporti di Dio con il Suo popolo dovrebbero essere sempre ripetute, allo scopo di non dimenticare mai la storia passata. Il Signore comandò a Mosè di inserire tali eventi nei canti, affinché i genitori li potessero insegnare ai loro figli. Abbiamo bisogno di continuare a raccontare la bontà di Dio e di lodarlo per le Sue meravigliose opere. - Testimonies for the Church 6:364, 365 VLC 330.2
Musica nelle scuole dei profeti - I principali argomenti di studio erano la legge di Dio, le istruzioni impartite a Mosè, la storia sacra, la musica sacra, la poesia. L’intelletto santificato estraeva dal tesoro di Dio cose nuove e vecchie, e lo Spirito di Dio si manifestava nella profezia e nel canto sacro. - Ed 47 VLC 330.3
Melodie sacre per gli studenti - L’arte della melodia sacra era diligentemente coltivata. Non si ascoltavano compositori frivoli, né canti irriverenti che distoglievano l’attenzione da Dio; ma inni sacri e salmi solenni alla lode del Creatore che esaltavano il Suo nome e che raccontavano le Sue meraviglie. Così la musica veniva scritta e composta per servire a propositi santi, per elevare i pensieri verso ciò che è puro, nobile ed elevato, e per risvegliare nell’anima la devozione e la gratitudine a Dio. - Fundamentals of Christian Education, 97, 98 VLC 330.4
La musica per propositi santi - La musica aveva lo scopo di elevare i pensieri verso le realtà pure e nobili e risvegliare la devozione e la gratitudine nei confronti di Dio. Quale contrasto fra questo obbiettivo e l’attuale e la troppo frequente strumentalizzazione della musica! Quante persone impiegano questo dono per esaltarsi, invece di usarlo per glorificare Dio. L’amore per la musica porta gli incauti a unirsi a coloro che amano quei piaceri mondani che Dio ha proibito ai suoi figli. Così, questo stesso dono, che se fosse ben usato costituirebbe una grande benedizione, diventa uno dei mezzi di cui Satana si serve per sviare gli uomini dal dovere a dalla contemplazione delle verità eterne. - Patriarchs and Prophets, 594 VLC 331.1
I Salmi di Davide sono una continua ispirazione - La comunione con Dio e con la natura, non avevano solo lo scopo di modellare il carattere di Davide e influenzarne la vita futura, perché i salmi di questo dolce cantore d’Israele avrebbero ispirato l’amore e la fede nei cuori dei figli di Dio di tutte le epoche portandoli più vicini a Colui che ama tutti e in cui vivono tutte le sue creature. - Patriarchs and Prophets, 642 VLC 331.2
L’adorazione di Davide mediante il canto - La sempre maggiore conoscenza del carattere e della maestà del Creatore predisponevano il cuore del giovane poeta all’adorazione e al ringraziamento. Attraverso la contemplazione di Dio e delle sue opere, la mente e il cuore di Davide si rafforzavano e si sviluppavano per compiere l’opera che lo attendeva. Ogni giorno entrava in una comunione più intima con Dio. Temi sempre più profondi ispiravano le sue canzoni e il suono della sua arpa che accompagnava la ricca melodia della sua voce si diffondeva nell’aria echeggiando fra le colline, quasi in risposta ai gioiosi canti degli angeli. - Patriarchs and Prophets, 642 VLC 331.3
La musica celeste per il re Saul - Provvidenzialmente al re Saul fu presentato Davide, abile suonatore di arpa, le cui note sublimi e divinamente ispirate ebbero l’effetto desiderato. I pensieri malinconici a lungo rimuginati, che avevano circondato come una nube oscura la mente di Saul, svanirono. - Patriarchs and Prophets, 643 VLC 332.1
Consolazione mediante la musica - La stima che Dio e gli uomini avevano per Davide cresceva. Egli era educato per compiere la volontà del Signore, per la quale ora s’impegnava più che mai. Aveva nuove cose a cui pensare: era stato alla corte e aveva visto le responsabilità che incombevano sul re. Aveva scoperto alcune delle tentazioni che assalivano Saul e aveva conosciuto i segreti del carattere e del comportamento del primo re d’Israele. Aveva visto che la gloria della regalità era adombrata da un’oscura nube di dolore e sapeva che la famiglia reale di Saul era tutt’altro che felice. Tutto ciò destava in lui, che era stato unto per diventare re d’Israele, grandi preoccupazioni. Mentre meditava profondamente, ed era angustiato da questi pensieri inquietanti, prendeva la sua arpa facendone uscire note che elevavano il suo spirito fino al Creatore e allontanavano i tristi presentimenti che sembravano oscurare il suo futuro. - Patriarchs and Prophets, 644 VLC 332.2
Davide a capo dei musicisti - Gli israeliti che seguivano l’arca si unirono con esultanza, canti e grida di gioia: migliaia di voci accompagnavano le melodie degli strumenti musicali; Davide e tutta la casa d’Israele sonavano dinanzi all’Eterno ogni sorta di strumenti di legno di cipresso, e cetre, salteri, timpani, sistri e cembali. (2 Samuele 6:5) - Patriarchs and Prophets, 704, 705 VLC 332.3
La musica per la processione dell’arca - La processione trionfante si avvicinò alla capitale seguendo il sacro simbolo del Re invisibile. Con canti si chiese alle sentinelle che le porte della città santa venissero spalancate: O porte, alzate i vostri capi; e voi, porte eterne alzatevi; e il Re di gloria entrerà. Un altro gruppo replicava con musica e canti: VLC 332.4
Chi è questo Re di gloria? Da un’altra parte veniva la risposta: È l’Eterno, forte e potente, l’Eterno potente in battaglia. Allora migliaia di voci si unirono elevando con forza questo canto trionfale: O porte, alzate i vostri capi; alzatevi, o porte eterne, e il Re di gloria entrerà. Di nuovo si udì una richiesta espressa con gioia: Chi è questo Re di gloria? e con un fragore simile a quello del mare si sentì la risposta entusiastica: E l’Eterno degli eserciti; Egli è il Re di gloria”. (Salmo 24:7-10) - Patriarchs and Prophets, 707, 708 VLC 333.1
Il canto nell’esperienza di Davide - Il cinquantunesimo salmo di Davide è l’espressione di pentimento di Davide a seguito del messaggio di rimprovero ricevuto da Dio. Esprimendo il proprio peccato in un inno sacro, che è stato cantato nelle assemblee del popolo alla presenza della corte — sacerdoti, giudici, principi e soldati — e anche delle generazioni più lontane, il re d’Israele proclamò oltre alla sua esperienza, il pentimento vissuto e la sua speranza di perdono attraverso la misericordia di Dio. - Patriarchs and Prophets, 724, 725 VLC 333.2
La musica come mezzo di liberazione dall’idolatria - Il canto divenne una parte del culto religioso e Davide compose salmi non solo per i sacerdoti o per il servizio sacro, ma anche per il popolo affinché li cantasse durante il viaggio in occasione delle feste annuali nazionali. Quest’opera di riforma preservò il popolo dall’idolatria. Molte nazioni vicine, rendendosi conto della prosperità d’Israele, furono indotte ad apprezzare il Dio d’Israele che aveva fatto opere così grandi per il Suo popolo. - PP, 711 VLC 333.3
Il canto nell’ora della prova - Quali saranno stati i sentimenti di quel padre e re crudelmente offeso in un momento di così terribile pericolo? (La ribellione di Assalonne) L’uomo valorosissimo, l’uomo di guerra, il re le cui parole erano legge, era stato tradito dal figlio che aveva amato, ma anche viziato e su cui aveva contato, era stato offeso e abbandonato dai sudditi legati a lui dai più forti legami di onore e fedeltà, con quali parole avrebbe manifestato i sentimenti più profondi? VLC 333.4
Nel momento della prova più dura, Davide confidava in Dio e cantò: O Eterno, quanto numerosi sono i miei nemici! Molti sono quelli che si levano contro di me, molti quelli che dicono dell’anima mia. Non c’è salvezza per lui presso Dio! Ma tu, o Eterno, sei uno scudo attorno a me, sei la mia gloria, colui che mi rialza il capo. Con la mia voce io grido all’Eterno, ed egli mi risponde dal monte della sua santità. Io mi sono coricato e ho dormito, poi mi sono risvegliato, perché l’Eterno mi sostiene. Io non temo le miriadi di popolo che si sono accampate contro a me d’ogni intorno... All’Eterno appartiene la salvezza; la tua benedizione riposi sul suo popolo. (Vedi Salmo 3:1-8) - PP, 741, 742 VLC 334.1
Come parte del sistema del Santuario - Durante il trasporto dell’arca sacra, contenente le due tavole di pietra sulle quali erano state scritte col dito di Dio i precetti del Decalogo, Salomone seguì l’esempio di suo padre Davide: ogni sei passi offrì dei sacrifici. Con canti, musica e una solenne cerimonia i sacerdoti introdussero l’arca dell’alleanza del Signore, nel santuario del tempio, nel luogo santissimo. (2 Cronache 5:7) Uscendo dal santuario raggiunsero i posti loro assegnati. I cantori leviti, vestiti di lino bianco, con cembali, salteri e arpe, stavano alla destra dell’altare, e con loro vi erano centoventi sacerdoti che suonavano le trombe. - PK, 38, 39 VLC 334.2
Canti prima della battaglia - Giosafat si gettò con la faccia a terra. Anche tutti gli abitanti di Gerusalemme e di Giuda s’inchinarono profondamente per adorare il Signore. Poi i leviti dei gruppi di Keat e di Kore si alzarono per lodare ad alta voce il Signore Dio d’Israele... VLC 334.3
Il mattino dopo l’esercito di Giuda si mosse verso la zona desertica di Tekoa. Prima della partenza, Giosafat parlò alle truppe: “Uomini di Gerusalemme e di Giuda, ascoltatemi. Contate sulla forza del Signore vostro Dio e troverete forza. Fidatevi della parola dei suoi profeti e avrete successo”. Poi, d’accordo con le truppe «mandò davanti allo schieramento i cantori, vestiti con i paramenti sacri, perché lodassero il Signore con il canto...». VLC 334.4
Questi cantori marciavano in testa all’esercito lodando il Signore per la promessa della vittoria. Era davvero un modo particolare per affrontare un esercito nemico. Lodare il Dio d’Israele con il canto era il grido di guerra di questi uomini di fede. Essi possedevano la santa magnificenza. VLC 334.5
Se oggi rivolgessimo maggiormente la nostra lode al Signore, la speranza, il coraggio e la fede aumenterebbero in proporzione. In questo modo i coraggiosi sostenitori della Verità potrebbero rinnovare le loro forze. - PK 201, 202 VLC 335.1
I canti dei Leviti - I leviti, nel loro inno tramandatoci da Nehemia, cantavano: Tu, tu solo sei l’Eterno! Tu hai fatto i cieli, i cieli de’ cieli e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che sta sovra essa ...tu fai vivere tutte queste cose... (Nehemia 9:6) - PP 115 VLC 335.2
La cura di Dio nei confronti d’Israele - L’inno dei leviti, riportato da Nehemia, descrive con chiarezza le premure che Dio dimostrò per Israele, nonostante la condanna. Tu nella tua immensa misericordia non li abbandonasti nel deserto scrive Nehemia la colonna di nuvola che stava su loro non cessò di guidarli durante il giorno per il loro cammino, e la colonna di fuoco non cessò di rischiarare loro la via per la quale dovevano camminare. E desti loro il Tuo buono spirito per istruirli, e non rifiutasti la Tua manna alle loro bocche, e desti loro dell’acqua quando erano assetati. Per quaranta anni li sostentasti nel deserto, e non mancò loro nulla: le loro vesti non si logorarono e i loro piedi non si gonfiarono. (Nehemia 9: 12-21) - PP 406, 407 VLC 335.3
La lode ai giorni di Esdra - Poi la folla riunita (durante la festa delle Trombe al tempo di Esdra dopo la ricostruzione delle mura di Gerusalemme) mentre stavano con le mani protese verso il cielo, cantarono: Tu solo sei l’Eterno! Tu hai fatto i cieli, i cieli dei cieli e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che sta su di essa, i mari e tutto ciò che è in essi. Tu conservi in vita tutte queste cose, e l’esercito dei cieli ti adora. (Nehemia 9:5,6) Cessato il canto di lode, i capi raccontarono la storia d’Israele: quanto grande era stata la bontà di Dio nei loro confronti e quanto grande l’ingratitudine del popolo. - PK 666 VLC 335.4
Il canto nei viaggi a Gerusalemme - Il viaggio a Gerusalemme, fatto in forma semplice e patriarcale, in mezzo agli splendori della primavera, alle ricchezze dell’estate e alle glorie dell’autunno, diventava una vera delizia. VLC 335.5
Tutti, dall’uomo canuto al bambino, giungevano portando le loro offerte di gratitudine per incontrare Dio nella sua santa dimora. Lungo la strada si narravano ai bambini le esperienze del passato, storie che grandi e piccoli ancora prediligono. Si cantavano gli inni che avevano rallegrato le peregrinazioni nel deserto. Anche i comandamenti di Dio erano cantati e, uniti al benefico influsso della natura e delle relazioni umane, rimanevano per sempre impressi nella mente dei giovani e dei bambini. - Ed 42 VLC 336.1
La musica durante la festa dei Tabernacoli - A Gerusalemme si celebrava la festa con canti sacri e ringraziamenti. Poco prima che iniziasse, c’era il giorno delle espiazioni in cui il popolo, dopo la confessione dei peccati, si riconciliava con Dio. Così la gioia era completa. Celebrate il Signore, perché Egli è buono, perché la Sua bontà dura in eterno. (Salmo 106:1) Si cantavano queste parole in coro con l’accompagnamento di ogni genere di strumenti i cui suoni si mescolavano con gli osanna della folla. Il tempio, dove si svolgevano i riti di espiazione, era il centro dell’esultanza generale. Lungo i due lati della scalinata di marmo bianco dell’edificio sacro, il coro dei leviti dirigeva il canto. Gli adoratori, agitando rami di palma e mirto, ripetevano il ritornello, mentre la melodia riecheggiava in altre voci vicine e lontane sino a far risuonare come un concerto di lodi tutte le colline circostanti. VLC 336.2
Di notte il tempio e il cortile venivano illuminati. La musica, i rami di palma agitati, gli osanna festosi, la grande folla, l’illuminazione delle lampade, le file di sacerdoti, la solennità delle cerimonie; tutto questo produceva una profonda impressione sui partecipanti. Ma la più suggestiva e la più lieta cerimonia della festa era quella che commemorava il soggiorno nel deserto. VLC 336.3
Alle prime luci del giorno s’udiva il suono squillante e prolungato delle trombe d’argento dei sacerdoti; ad esso rispondevano altre trombe il cui suono mescolato a grida di gioia riecheggiava per le colline e le vallate. Era il primo saluto al giorno festivo. Il sacerdote riempiva una brocca con l’acqua del torrente Cedron, la sollevava al suono delle trombe e saliva gli spaziosi gradini del tempio, con passo lento e misurato a suon di musica, cantando: I nostri passi si sono fermati alle tue porte, o Gerusalemme. (Salmo 122:2) VLC 336.4
Poggiava poi la brocca sull’altare, al centro del cortile dei sacerdoti. VLC 336.5
L’acqua della brocca veniva versata in un catino d’argento mentre in un altro si versava il vino di un’altra brocca. Vino e acqua, poi, scorrevano attraverso un condotto, nel torrente Cedron, per finire nel mar Morto. L’acqua consacrata che veniva versata ricordava come per ordine divino una sorgente era sgorgata da una roccia per dissetare i figli d’Israele. VLC 337.1
Poi il popolo prorompeva in canti di gioia: Il Signore è la mia forza e il mio canto.... Voi attingerete con gioia l’acqua dalle fonti della salvezza. (Isaia 12:2,3) - DA, 448, 449 VLC 337.2
Il canto all’entrata trionfale di Gesù - La gente che esce da Gerusalemme si unisce al corteo. Migliaia di persone, salite per celebrare la Pasqua, accorrono per salutare Gesù agitando rami di palma e cantando sacri inni. - DA 571 VLC 337.3
La lode durante l’ultima cena - Prima di lasciare la camera alta, il Salvatore cantò con i discepoli un inno di lode. La Sua voce non intonò un canto triste, ma le note gioiose di un inno pasquale. Lodate il Signore, voi nazioni tutte. Celebratelo, voi tutti popoli. Poiché la Sua bontà verso noi è grande, e la fedeltà del Signore dura per sempre. Alleluya! (Salmo 117:1,2) - DA 672 VLC 337.4