Gesù Nel Suo Santuario

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L’APERTURA DI UN’ALTRA PORTA

Studiando il soggetto del santuario raggiunsero una maggiore comprensione. Capirono che avevano avuto ragione di credere che un fatto importante si sarebbe verificato alla fine dei 2.300 giorni, cioè nel 1844. Però, se era vero che la porta della speranza e della grazia tramite la quale gli uomini per diciotto secoli avevano potuto accedere a Dio ora era chiusa, era anche vero che ne era stata aperta un’altra e che il perdono dei peccati veniva offerto grazie all’intercessione del Cristo nel luogo santissimo. Chiusa una fase del ministero del Salvatore, se ne apriva un’altra. C’era ancora una porta aperta nel santuario celeste dove Gesù officiava in favore dei peccatori. GSS 149.1

Ecco come si adempivano le parole del Cristo per la chiesa di quel tempo: “...Queste cose dice il santo, il verace, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, colui che chiude e nessuno apre: Io conosco le tue opere. Ecco, io ti ho posta dinanzi una porta aperta, che nessuno può chiudere...”. (Apocalisse 3:7,8) GSS 149.2

Coloro che per fede seguono il Cristo nella sua grande opera di espiazione riceveranno il beneficio della sua mediazione in loro favore; mentre chi respinge questa sua opera non ne trarrà alcun vantaggio. Gli ebrei, che rifiutarono il messaggio presentato al primo avvento del Cristo e non lo riconobbero come Salvatore del mondo non ricevettero il perdono in lui. Quando Gesù all’ascensione entrò con il proprio sangue nel santuario celeste per riversare sui suoi discepoli la benedizione della sua mediazione, gli ebrei, che avevano rifiutato il messaggio del Cristo, continuarono a presentare offerte e sacrifici inutili: era finita l’epoca dei simboli e delle immagini. La porta attraverso la quale gli uomini avevano avuto accesso a Dio non era più aperta. Gli ebrei avevano rifiutato di cercarlo nell’unico modo in cui poteva essere trovato: il suo ministero nel santuario celeste. Non potevano più comunicare con Dio. Per loro la porta era chiusa. Non riconoscevano il Cristo come unico mediatore davanti a Dio e quindi non potevano godere dei benefici della sua intercessione. GSS 150.1

La condizione degli ebrei increduli illustra lo stato di coloro che, pur dicendosi cristiani, sono dubbiosi, negligenti e volontariamente trascurano l’opera del nostro misericordioso Sommo Sacerdote. Nel rituale del santuario, quando il sommo sacerdote entrava nel luogo santissimo, tutto Israele era invitato a raccogliersi solennemente e a pentirsi per ottenere il perdono dei peccati e non essere escluso dalla comunità. Ciò che è ancora più importante, in questo grande giorno antitipico della festa delle espiazioni, è comprendere l’opera del nostro Sommo Sacerdote e renderci conto delle nostre responsabilità. GSS 150.2