La Verità Sugli Angeli

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La visione di Giosuè e l’angelo

La scena di Satana come accusatore fu presentata davanti al profeta. Mi mostrò il sommo sacerdote Giosuè in piedi davanti all’angelo del Signore, e Satana che stava alla sua destra per accusarlo” RH 22 agosto 1893. VA 125.3

La profezia di Zaccaria illustra in modo incisivo e impressionante l’opera di Satana e quella di Cristo, come pure la potenza del nostro Mediatore per vincere l’accusatore del suo popolo. In una santa visione il profeta vede il sommo sacerdote Giosuè “vestito di vestiti sudici, in piedi davanti all’angelo del Signore, mentre invoca la clemenza divina a favore del suo popolo che è in uno stato di profonda afflizione. Satana stava alla sua destra per opporglisi. VA 125.4

Israele, dato che era stato scelto per conservare sulla terra la conoscenza di Dio, fin dal principio della sua esistenza come nazione, era stato il bersaglio dell’inimicizia di Satana il quale aveva deciso di distruggerlo. Finché gli israeliti rimanevano ubbidienti a Dio, Satana non poteva far loro nessun male, perciò aveva messo in opera tutta la sua forza e tutta la sua abilità per indurli a peccare. Irretiti dalle sue tentazioni, essi avevano trasgredito la legge divina e così si erano separati dalla sorgente del loro vigore, ed erano diventati preda dei loro nemici pagani. Deportati in Babilonia, vi rimasero per molti anni. L’Eterno però non li abbandonò e provvide a mandar loro dei profeti per rimproverarli e ammonirli. Il popolo fu ricondotto alla consapevolezza della propria colpa, si umiliò nel cospetto di Dio e si convertì a lui con sincero pentimento. Il Signore, allora, mandò dei messaggeri di conforto, dichiarando che lo avrebbe liberato e reintegrato nel suo favore. Satana però era deciso a impedire proprio questo. Un residuo d’Israele era già ritornato nel suo paese e Satana cercava di incitare le nazioni pagane, che erano suoi agenti, ad annientare completamente Israele. VA 126.1

Il sommo sacerdote (Giosué) non può difendere né se stesso né il suo popolo dalle accuse del Maligno. Non pretende che Israele sia esente da colpa e, vestito di abiti sporchi, simbolo del peccato, che egli indossa in qualità di suo rappresentante, sta di fronte all’Angelo, confessando i peccati degli israeliti, ma sottolineando anche il loro pentimento, la loro umiliazione e facendo assegnamento sulla compassione di un Redentore che perdona il peccato, e chiedendo con fede l’adempimento delle promesse di Dio. VA 126.2

Allora l', Angelo, che è Cristo in persona, il Salvatore dei peccatori, riduce al silenzio l', accusatore del suo popolo, dichiarando: “Ti sgridi il Signore, o Satana, ti sgridi il Signore che ha scelto Gerusalemme! Non è questo un tizzone strappato al fuoco?” (Zaccaria 3:2). Israele era rimasto a lungo nella fornace dell’afflizione. A causa dei suoi peccati era stato quasi del tutto consumato dalla fiamma che Satana e i suoi accoliti avevano accesa per distruggerlo; ma Dio aveva steso la sua mano per metterlo in salvo. In seguito al suo pentimento e alla sua umiliazione, il pietoso Salvatore non abbandonerà il suo popolo al crudele potere dei pagani. “Egli non spezzerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante” (Isaia 42:3). VA 127.1

Accettata l’intercessione di Giosuè, viene dato l’ordine: “Levategli di dosso i vestiti sudici!” E l’angelo dice a Giosuè: “Guarda, io ti ho tolto di dosso la tua iniquità, e ti ho vestito di abiti magnifici”. “E quelli gli posero in capo una tiara pura e gli misero delle vesti”. (Zaccaria 3:4-5) VA 127.2

I suoi peccati e quelli del suo popolo furono perdonati e Israele venne rivestito di “abiti magnifici”: la giustizia di Cristo imputata. La tiara posta sul capo di Giosuè era simile a quella usata dai sacerdoti e recava l’iscrizione: “Santità all’Eterno”, nel senso che, nonostante le passate trasgressioni, egli era abilitato a servire al cospetto di Dio nel suo Santuario. VA 127.3

Dopo una così solenne investitura alla dignità sacerdotale, l’Angelo disse: “Così parla il Signore degli eserciti: Se tu cammini nelle mie vie, e osservi quello che t’ho comandato, anche tu governerai la mia casa e custodirai i miei cortili, e io ti darò libero accesso fra quelli che stanno qui davanti a me”. (Zaccaria 3:7) Egli, (Giosuè) sarebbe stato onorato come giudice o capo del tempio e di tutti i suoi servizi, avrebbe camminato in mezzo agli angeli accompagnatori, in questa vita, e alla fine si sarebbe unito alla moltitudine glorificata che circonderà il trono di Dio. 5 T 467-469 VA 127.4

Questa promessa è stata data a tutti coloro, che hanno fede in Dio. Lettore, accetta questa meravigliosa promessa, perché non è l’uomo che vi parla ma Dio. ” Così dice l’Eterno degli eserciti: Se tu cammini nelle mie vie, e osservi quello che t’ho comandato, anche tu governerai la mia casa e custodirai i miei cortili, e io ti darò libero accesso fra quelli che stanno qui davanti a me” (Zaccaria 3:7). VA 128.1

Tra coloro che ci circondano, vi sono le moltitudini del nemico che cercano di dividere il popolo di Dio, e gli eserciti celesti , migliaia e decine di migliaia che proteggono e vegliano sul tentato popolo di Dio, incoraggiandolo e fortificandolo: questi sono coloro che ci circondano. E il Signore dice ai Suoi fedeli: “Dovete camminare insieme a loro, non sarete vinti dal potere delle tenebre. Starete davanti a me, alla presenza dei santi Angeli, che sono inviati per ministrare coloro che erediteranno la salvezza”. RH 30 aprile 1901 VA 128.2