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Febbraio 22—Cristo visse una vita di ubbidienza

“Benché fosse Figlio, imparò l',ubbidienza dalle cose che soffrì, e reso perfetto, divenne autore di salvezza eterna per tutti coloro che gli ubbidiscono” Ebrei 5:8,9 VG 61.1

Cristo venne nel nostro mondo e visse in una casa tra gli abitanti di un villaggio. Vestì i migliori abiti che i suoi genitori furono in grado di provvedergli, ma furono abiti semplici, rustici. Camminò per aspri sentieri e scalò i ripidi pendii di colline e montagne. Quando camminava per le strade, apparentemente era solo, perché gli occhi umani non potevano contemplare i suoi assistenti celesti. Imparò il lavoro di falegname, per nobilitare e onorare ogni lavoro onesto realizzato da coloro che lavorano alla gloria di Dio. Cristo, il Signore di tutta la terra, fu un umile artigiano. Non fu compreso, e fu trattato con sdegno e disprezzo. Ma aveva ricevuto l’incarico e l’autorità del potere più elevato, dal Sovrano del cielo. Gli angeli furono i suoi servitori, perché Cristo era occupato ad adempiere il mandato di suo Padre, quando lavorava al banco di falegname come anche quando compiva miracoli tra la folla. Ma nascose il segreto alla vista del mondo. Non antepose titoli elevati al suo nome affinché la sua posizione fosse compresa, ma visse la Legge reale di Dio. La sua opera iniziò con l’umile lavoro di falegname che si sforzò di fare per guadagnare il suo pane quotidiano… Se la vita di Cristo fosse trascorsa tra i grandi e i ricchi, il mondo di quelli che dovevano lavorare duramente sarebbe stato privato dall’ispirazione che il Signore ha voluto prendere. La vita di Cristo fu mansueta e umile. Scelse questa vita per poter aiutare la famiglia umana. Non si collocò su un trono come il Comandante di tutta la terra. Mise da parte il suo manto reale, si tolse la corona regale per essere uno della famiglia umana. Non prese su di sé la natura degli angeli. La sua opera non fu l’ufficio sacerdotale in accordo con le designazioni degli uomini. Era impossibile per loro comprendere la sua elevata posizione a meno che lo Spirito Santo non gliel’avrebbe rivelata. In nostro favore rivestì la sua divinità con l’umanità e discese dal trono regale. Rinunciò alla sua posizione di Comandante delle coorti celesti, e per noi si fece povero affinché attraverso la sua povertà ci arricchissimo. In questo modo, nascose la sua gloria sotto l’apparenza dell’umanità per poter toccare l’umanità col suo potere divino e trasformatore…. Il Signore Gesù venne nel mondo per vivere la vita che ogni essere umano sulla terra dovrebbe essere interessato a vivere: una vita di umile ubbidienza. Cristo ha dato un tempo di prova per formare i caratteri di coloro che abiteranno nelle dimore che è andato a preparare, ma essi dovranno imitare l’esempio della sua vita. VG 61.2

(Manoscritto 24, del 22 Febbraio 1898, “La vita di Cristo sulla terra”) VG 61.3