Parole di vita
Capitolo 14: La sorgente della vittoria
Cristo aveva descritto il periodo immediatamente precedente il suo ritorno e i pericoli che i suoi seguaci dovranno affrontare. In questo contesto raccontò una parabola “per mostrare che dovevano del continuo pregare e non stancarsi”. PV 109.1
“In una certa città”, esordi, “v’era un giudice che non temeva Iddio né aveva rispetto per alcun uomo; e in quella città vi era una vedova, la quale andava da lui dicendo: Fammi giustizia del mio avversario. Ed egli per un tempo non volle farlo; ma poi disse fra sé: Benché io non tema Iddio e non abbia rispetto per alcun uomo, pure, poiché questa vedova mi dà molestia, le farò giustizia, che talora, a forza di venire, non finisca col rompermi la testa. E il Signore disse: Ascoltate quel che dice il giudice iniquo. E Dio non farà egli giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui, e sarà egli tardo per loro? Io vi dico che farà loro prontamente giustizia”. Luca 18:1-8. PV 109.2
Il giudice qui descritto non ha alcun senso di giustizia né di pietà per i sofferenti e respinge ripetutamente la vedova che va a sottoporgli insistentemente il suo caso. Tutte le volte che si rivolge a lui viene trattata con disprezzo e scacciata dal tribunale. Il giudice sa che lei ha ragione e potrebbe renderle subito giustizia, ma non ne ha voglia. Preferisce mostrarle il suo potere arbitrario e assaporare il piacere di vederla chiedere e supplicare invano. Ma lei non si lascia scoraggiare, e nonostante la sua indifferenza e durezza di cuore, insiste tanto nella propria richiesta finché il giudice non acconsente ad occuparsi del suo caso: “Benché io non tema Iddio e non abbia rispetto per alcun uomo, pure, poiché questa vedova mi dà molestia, le farò giustizia, che talora, a forza di venire, non finisca col rompermi la testa”. Per salvarsi la reputazione ed evitare un’eccessiva pubblicità sui suoi giudizi parziali finisce per aiutare la vedova perseverante. PV 109.3
“E il Signore disse: Ascoltate quel che dice il giudice iniquo. E Dio non farà egli giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui, e sarà egli tardo per loro? Io vi dico che farà loro prontamente giustizia”. Gesù traccia qui un sorprendente contrasto fra Dio e questo giudice ingiusto che cede all’insistenza della vedova per puro egoismo, cioè per essere lasciato in pace e non perché senta pietà o compassione di lei: la sua miseria lo lascia del tutto insensibile... Com’è ben diverso l’atteggiamento di Dio dinanzi a chi lo cerca! Egli accoglie con infinita compassione gli appelli di coloro che sono in crisi e nel bisogno. PV 110.1
La donna che rivendicava giustizia dal giudice aveva perduto il marito. Povera e senza amici, non aveva neanche i mezzi per recuperare i suoi beni perduti. Similmente l’uomo ha perso il contatto con Dio in seguito al peccato e non ha i mezzi per salvarsi da solo, ma Cristo ci avvicina fino al Padre che ama i suoi eletti. Egli li ha tratti dalle tenebre alla sua meravigliosa luce affinché lo celebrino e brillino nel buio di questo mondo. Il giudice iniquo non aveva alcun interesse per la vedova che gli chiedeva disperatamente aiuto e le diede ragione nella causa contro il suo avversario solo per sbarazzarsi di lei e delle sue suppliche importune. Dio invece ama i suoi figli di un amore infinito e la sua chiesa è quanto di più caro Egli abbia sulla terra. PV 110.2
“Poiché la parte dell’Eterno è il suo popolo, Giacobbe è la porzione della sua eredità. Egli lo trovò in una terra deserta, in una solitudine piena d’urli e di desolazione. Egli lo circondò, ne prese cura, lo custodì come la pupilla dell’occhio suo”. Deuteronomio 32:9, 10. “Poiché così parla l’Eterno degli eserciti: E per rivendicare la sua gloria ch’egli mi ha mandato verso le nazioni che han fatto di voi la loro preda; perché chi tocca voi tocca la pupilla dell’occhio suo”. Zaccaria 2:8. PV 110.3
La supplica della vedova — “Fammi giustizia del mio avversario” —, rappresenta la preghiera dei figli di Dio. Satana è il loro grande avversario, “l’accusatore dei nostri fratelli” che li accusa giorno e notte dinanzi a Dio. Cfr. Apocalisse 12:10. Egli è all’opera ininterrottamente per mettere il popolo di Dio in una falsa luce, per accusarlo, ingannarlo e distruggerlo. Ecco perché in questa parabola Gesù insegnò ai discepoli ad implorare liberazione dalla potenza di Satana e dei suoi accoliti. PV 110.4
Il profeta Zaccaria illustra in che modo Satana accusa e come Cristo affronta questo avversario del suo popolo: “E mi fece vedere il sommo sacerdote Giosué, che stava in pié davanti all’angelo dell’Eterno, e Satana che gli stava alla destra per accusarlo. E l’Eterno disse a Satana: ‘Ti sgridi l’Eterno, o Satana! ti sgridi l’Eterno che ha scelto Gerusalemme! Non è questi un tizzone strappato dal fuoco?’. Or Giosué era vestito di vestiti sudici, e stava in pié davanti all’angelo”. Zaccaria 3:1-3. PV 111.1
I figli di Dio sono paragonati qui ad un imputato durante il processo. Giosué, da sommo sacerdote, implora la benedizione per il suo popolo che si trova in grave afflizione, e mentre parla di fronte a Dio, Satana gli sta alla destra come avversario accusando i figli di Dio e dipingendo il loro caso quanto mai disperato. Fa notare al Signore i loro errori e difetti di carattere, le loro debolezze e malefatte, nella speranza che appaiano agli occhi di Cristo cosi odiosi che Egli rifiuterà di aiutarli nel loro impellente bisogno. Giosué, portavoce del popolo di Dio e lui stesso imputato e passibile di condanna, è vestito di abiti sporchi. Conoscendo i peccati del suo popolo è preso da profondo scoraggiamento, e Satana suscita in lui un senso di colpa cosi intenso da fargli quasi abbandonare ogni speranza. Ciò nonostante rimane lì a supplicare, mentre Satana l’avversa fieramente. PV 111.2
Le accuse di Satana ebbero origine già in cielo, poi egli ha continuato tale attività in terra sin dalla caduta dell’umanità nel peccato e l’intensificherà in modo particolare quanto più ci avviciniamo alla fine della storia di questo mondo. Sapendo di avere poco tempo è tanto più deciso ad ingannare e distruggere. E furioso nel vedere in terra degli uomini che rispettano la legge divina nonostante la loro debolezza e peccaminosità. Non può assolutamente tollerare che obbediscano a Dio, si rallegra della loro indegnità, e pone delle insidie ad ognuno per sedurlo e allontanarlo da Dio. Cerca tutte le occasioni per accusare e condannare Dio e tutti coloro che facendo opera di carità e misericordia, compassione e perdono, si sforzano di realizzare i disegni divini in questo mondo. PV 111.3
Tutte le manifestazioni di potenza di Dio a favore del suo popolo scatenano l’odio di Satana. Ogni volta che Dio opera per i suoi figli Satana ed i suoi angeli fanno di tutto per provocarne la rovina. E geloso di tutti coloro che sono forti in Cristo e la sua mira è di istigarli al male. Quando ha successo getta poi tutta la colpa sui tentati mettendo in evidenza gli abiti sporchi, i difetti di carattere, la debolezza e la follia, l’ingratitudine e la loro natura così diversa da Cristo che disonora il Redentore. In tal modo vuole dimostrare di avere il pieno diritto di distruggerli. Cerca di deprimerli con l’idea che il loro caso sia disperato ed il peccato troppo grave per essere cancellato. Spera di distruggere la loro fede al punto da indurli a cedere alle sue tentazioni e allontanarsi da Dio. PV 111.4
Il popolo di Dio non è in grado da solo di contestare le accuse sataniche. Se guardasse a se stesso sarebbe votato alla disperazione, ma rivolgendosi al divino Avvocato può fare perorare la causa con i meriti del Redentore. Dio è “giusto e giustificante colui che ha fede in Gesù”. Romani 3:26. Fiduciosamente ogni credente invochi Dio: “Fammi giustizia del mio avversario”, così ridurrà al silenzio le accuse di Satana e sventerà le sue insidie. Forte dell’inoppugnabile argomento della croce, Cristo mette a tacere l’insolente accusatore. PV 112.1
“E l’Eterno disse a Satana: ‘Ti sgridi l’Eterno, o Satana! ti sgridi l’Eterno che ha scelto Gerusalemme! Non è questi un tizzone strappato dal fuoco?’”. Quando Satana cerca di coprire il popolo di Dio di vergogna e vorrebbe annientano, interviene Cristo. Anche se esso ha peccato, Cristo si è fatto carico delle sue colpe, strappandolo dalla rovina come un tizzone dal fuoco. Grazie alla sua natura umana Egli si sente unito a noi, mentre tramite la sua natura divina è uno con il Dio infinito. Così può soccorrere coloro che stanno per perire e rintuzzare il loro nemico. PV 112.2
“Or Giosué era vestito di vestiti sudici, e stava in pié davanti all’angelo. E l’angelo prese a dire a quelli che gli stavano davanti: ‘Levategli di dosso i vestiti sudici!’. Poi disse a Giosué: ‘Guarda, io ti ho tolto di dosso la tua iniquità, e t’ho vestito di abiti magnifici’. E io dissi: ‘Gli sia messa in capo una tiara pura!’. E quelli gli posero in capo una tiara pura, e gli misero delle vesti”. Poi, con l’autorità del Signore degli eserciti, l’angelo fece a Giosué, quale rappresentante del popolo eletto, questa solenne promessa: “‘Così parla l’Eterno degli eserciti: Se tu cammini nelle mie vie, e osservi quello che t’ho comandato, anche tu governerai la mia casa e custodirai i miei cortili, e io ti darò libero accesso fra quelli che stanno qui davanti a me’”, cioè gli angeli che circondavano il trono di Dio. Zaccaria 3:3-7. PV 112.3
Nonostante i difetti del popolo di Dio, Cristo non smette di prendersene cura. Egli ha la facoltà di cambiargli gli indumenti, perciò toglie a quanti credono e si pentono gli abiti sporchi per sostituirli con la propria veste di giustizia. Accanto al loro nome registrato nei libri celesti Egli scrive: “perdonato”, e di fronte a tutto il cielo proclama che essi gli appartengono, mentre Satana apparirà nella sua vera luce di ingannevole seduttore. Dio renderà giustizia agli eletti! PV 113.1
La supplica “Fammi giustizia del mio avversario” non si riferisce soltanto a Satana ma anche a tutti i suoi accoliti che egli aizza a calunniare, sedurre e distruggere il popolo di Dio. Chi vuole osservare i comandamenti divini farà l’esperienza di avere degli avversari dominati dalla potenza delle tenebre. Questi nemici perseguitavano Cristo ad ogni passo con un accanimento che nessun essere umano può immaginare, e come Cristo anche i suoi discepoli sono esposti a tentazioni continue. PV 113.2
La Bibbia descrive la condizione del mondo esistente poco prima del ritorno di Gesù, e l’apostolo Giacomo illustra l’avidità e l’oppressione dilagante: “A voi ora, o ricchi!... Avete accumulato tesori negli ultimi giorni. Ecco, il salario dei lavoratori che han mietuto i vostri campi, e del quale lì avete frodati, grida; e le grida di quelli che han mietuto sono giunte alle orecchie del Signor degli eserciti. Voi siete vissuti sulla terra nelle delizie e vi siete dati ai piaceri; avete pasciuto i vostri cuori in giorno di strage. Avete condannato, avete ucciso il giusto; egli non vi resiste”. Giacomo 5:1-6. Ecco un quadro impressionante della situazione odierna: con lo sfruttamento e oppressioni di ogni tipo alcuni accumulano fortune immense, mentre il resto dell’umanità tormentata dalla fame eleva le proprie grida a Dio. PV 113.3
“E la sentenza liberatrice s’è ritirata, e la salvezza s’è tenuta lontana; poiché la verità soccombe sulla piazza pubblica, e la rettitudine non può avervi accesso; la verità è scomparsa, e chi si ritrae dal male s’espone ad essere spogliato”. Isaia 59:14, 15. Queste circostanze si sono verificate chiaramente durante la vita terrena di Cristo: siccome osservava fedelmente i comandamenti divini accantonando le tradizioni e norme umane che ne avevano preso il posto, lo odiavano e perseguitavano, e questa storia si ripete. Le leggi e le tradizioni degli uomini vengono esaltate più dei comandamenti di Dio, e quanti vogliono osservare fedelmente questi ultimi soffriranno disprezzo e persecuzione. Per la sua fedeltà a Dio, accusavano Gesù di violare il sabato e di bestemmiare, lo davano per posseduto dal demonio e di essere lui stesso Belzebub! Anche i suoi seguaci dovranno subire accuse e calunnie simili. Satana spera così di indurli a peccare e a disonorare Dio. PV 113.4
Cristo mise in rilievo il carattere del giudice della parabola, che non temeva Dio né gli uomini, per sottolineare in che modo veniva amministrata la giustizia in quei tempi e quale giudizio avrebbe subito ben presto lui stesso al momento del processo. Egli desidera che ci rendiamo conto quanto poco aiuto dobbiamo attenderci dai sovrani e dai giudici terreni nel momento del bisogno. I figli di Dio non di rado devono comparire dinanzi a funzionari che, lungi dall’ispirarsi ai comandamenti e ai consigli biblici, seguono i propri impulsi mondani e incontrollati. PV 114.1
Con la parabola del giudice iniquo Cristo c’insegna come comportarci. “E Dio non farà egli giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui...?” Cristo, il nostro esempio, non fece nulla per giustificarsi o liberarsi, ma rimise il proprio caso al Padre. Similmente i suoi seguaci non devono accusare o condannare, né ricorrere alla violenza per riconquistare la libertà. PV 114.2
Quando sorgono delle prove per noi inspiegabili, non abbandoniamo la nostra serenità! Per quanto ci trattino ingiustamente, non facciamoci prendere dalla collera! Se coltiviamo uno spirito di vendetta facciamo torto a noi stessi, distruggiamo la nostra fiducia in Dio e offendiamo lo Spirito Santo. Accanto a noi c’è un testimone, un messo celeste che combatterà per noi contro il nemico e ci coprirà dei luminosi raggi del Sole di Giustizia, formando uno scudo di luce divina impenetrabile agli strali satanici. PV 114.3
In questo mondo di crescente malvagità nessuno di noi s’illuda di rimanere risparmiato dalle difficoltà, anzi sono proprio queste difficoltà ad avvicinarci all’Altissimo e a lui — che è saggezza infinita — possiamo liberamente chiedere consiglio. PV 115.1
Il Signore dice: “Invocami nel giorno della distretta”. Salmi 50:15. Egli ci invita a presentargli le nostre preoccupazioni e necessità e ad essere costanti nella preghiera. Non appena insorgono difficoltà, eleviamo le nostre suppliche sincere e ferventi! Le nostre preghiere “importune” dimostrano che abbiamo piena fiducia in Dio. Il senso del nostro bisogno ci indurrà a pregare ardentemente ed il Padre celeste sarà mosso a compassione dalle nostre orazioni. PV 115.2
Spesso coloro che subiscono disprezzo e persecuzione per la fede sono tentati di credere che il Signore li abbia abbandonati. Per gli uomini sono una sparuta minoranza e apparentemente i nemici trionfano su di loro, eppure non si lascino indurre ad agire contro la propria coscienza: colui che ha sofferto per loro addossandosi le loro sofferenze non li ha dimenticati! PV 115.3
I figli di Dio non rimangono soli e indifesi: l’orazione muove il braccio dell’Onnipotente. Gli uomini di preghiera “vinsero regni, operarono giustizia, ottennero adempimento di promesse, turarono le gole di leoni, spensero la violenza del fuoco”. Capiremo meglio tutto questo leggendo la storia dei martiri morti per la fede. Questi eroi della preghiera addirittura “misero in fuga eserciti stranieri!” Ebrei 11:33, 34. PV 115.4
Se consacriamo la nostra vita a Dio non ci ritroveremo mai in circostanze così difficili che Dio non sappia trarcene fuori. Qualunque sia la situazione, la nostra guida conosce il cammino; in tutte le nostre perplessità abbiamo un consigliere sicuro, un amico che sa simpatizzare con noi nel dolore, nell’ansia e nella solitudine. Se commettiamo un errore per ignoranza, Cristo non ci abbandona. La sua voce chiara e distinta echeggia: “Io son la via, la verità e la vita”. Giovanni 14:6. “Egli libererà il bisognoso che grida, e il misero che non ha chi l’aiuti”. Salmi 72:12. PV 115.5
Il Signore dichiara di essere onorato da coloro che si avvicinano a lui e lo servono fedelmente: “A Colui ch’è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida”. Isaia 26:3. L’Onnipotente stende il braccio per portarci sempre avanti: Avanzate, dice il Signore, e io vi invierò il soccorso! Chiedete, per la gloria del mio nome, e riceverete! Io sarò onorato di fronte a coloro che vorrebbero assistere al vostro fallimento e che vedranno invece la mia Parola trionfare gloriosamente. “E tutte le cose che domanderete nella preghiera, se avete fede, le otterrete”. Matteo 21:22. PV 115.6
Chi è nel dolore o subisce ingiustizie, chieda aiuto a Dio, si distolga da quanti hanno un cuore di pietra per presentare le sue suppliche a colui che ci ha creati e che non respinge mai il peccatore contrito! Egli non lascia mai una sola preghiera sincera senza risposta. Pur fra l’echeggiare dei cori celesti non gli sfugge il grido del più debole essere umano. Sia che effondiamo il cuore nel silenzio della nostra cameretta segreta o che eleviamo una preghiera camminando per la via, le nostre parole perverranno comunque al trono del Sovrano dell’universo. Forse non saranno percepibili all’orecchio umano, ma non si perderanno nel silenzio né nel tumulto delle attività che ci circondano. Niente può soffocare l’anelito dell’anima che si eleva sul frastuono della via e i clamori e la confusione del mondo giungendo fino ai cortili celesti. Parliamo con Dio e lui ascolterà la nostra preghiera! PV 116.1
Anche se ti senti il più indegno degli uomini, non esitare a rimettere il tuo caso a Dio. Nello stesso momento in cui offrì se stesso in Cristo per il peccato del mondo, Egli ha preso a cuore la causa dì ogni anima. “Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l’ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche tutte le cose con lui?” Romani 8:32. Come potrebbe non mantenere la parola che ci ha dato per incoraggiarci e fortificarci? PV 116.2
Cristo non ha desiderio più grande che quello dì riscattare la sua eredità dal dominio di Satana, ma bisogna che la liberazione esteriore dal suo potere sia preceduta da una liberazione interiore. Il Signore permette le prove per purificarci dal materialismo, dall’egoismo e da tutti quei brutti tratti di carattere che ci rendono così diversi da Cristo. Egli lascia che la bufera del dolore ci investa per darci modo dì riconoscere lui e Gesù Cristo che Egli ha mandato, per suscitare in noi il vivo desiderio dì essere purificati dalla corruzione e uscire dalla prova più puri, santi e felici. Spesso prima di entrare nella fornace della prova siamo pieni di egoismo, ma se sopportiamo tutto con pazienza, ne usciremo riflettendo il carattere divino. Quando Dio riesce a realizzare i piani che aveva concepito per te facendoti fare l’esperienza del dolore, “Egli farà risplendere la tua giustizia come la luce, e il tuo diritto come il mezzodì”. Salmi 37:6. PV 116.3
Non bisogna temere che il Signore resti sordo alle implorazioni dei suoi figli. Il pericolo, piuttosto, consiste nel cedere allo scoraggiamento e nell’abbandonare la preghiera perseverante al momento della prova e della tentazione. PV 117.1
Il Salvatore diede prova della sua compassione divina nell’incontro con la donna sirofenicia. Il dolore dì lei lo commosse profondamente e le avrebbe confermato subito e con tutto il cuore che la sua preghiera era stata esaudita, ma, volendo dare prima una lezione ai discepoli, parve ignorare inizialmente le sue dolorose invocazioni di aiuto. Quando però la sua fede si rivelò chiaramente agli occhi di tutti, Cristo la lodò assicurandole di averle concesso la grazia richiesta. I discepoli non dimenticarono più questo episodio tramandato anche a noi per dimostrarci l’esito della preghiera perseverante. PV 117.2
Era stato Cristo stesso a infondere nel cuore di questa madre una costanza che non sarebbe stata respinta, com’era stato lui a dare alla povera vedova il coraggio e la decisione di insistere di fronte al giudice iniquo. Era stato ancora Cristo, secoli prima, ad animare Giacobbe della medesima fede perseverante durante il misterioso combattimento svoltosi vicino al torrente di Iabbok. E fu sempre lui che non mancò di premiare la fiducia che lui stesso aveva suscitato in queste sue creature. PV 117.3
Nel santuario celeste abbiamo un giudice giusto che si compiace più dei suoi figli in lotta contro la tentazione in un mondo di peccato che delle schiere angeliche intorno al suo trono. PV 117.4
Tutto l’universo celeste manifesta il più vivo interesse per la nostra minuscola terra, perché Cristo ha pagato un prezzo infinito per coloro che l’abitano. Il Redentore del mondo ha legato la terra al cielo con i legami dello spirito perché i suoi redenti si trovano quaggiù. Gli esseri celesti visitano tuttora la terra come ai giorni in cui camminavano e conversavano con Abramo e Mosé. In mezzo all’attività frenetica delle grandi città, tra le folle che si accalcano per le strade e nei supermercati e grandi magazzini, là dove la gente dalla mattina alla sera non si occupa che di affari, sport e divertimenti, come se questo fosse tutto nella vita, persino in questa massa di persone in cui ben pochi riflettono sulle realtà invisibili, sono presenti esseri celesti e santi che osservano e registrano tutto, parole e azioni. In ogni riunione, si tratti di affari o divertimenti, nelle stesse assemblee di culto sono presenti più ascoltatori di quelli che vede l’occhio umano. Talvolta questi esseri celesti sollevano il velo che nasconde il mondo invisibile per distogliere il nostro pensiero dalla tensione febbrile della vita quotidiana e ricordarci che ci sono testimoni invisibili di tutto ciò che facciamo e diciamo. PV 117.5
Dovremmo intendere meglio il compito degli angeli che ci vengono a visitare e tenere presente che gli esseri celesti ci offrono la loro collaborazione e premura in tutto quello che intraprendiamo. Queste schiere invisibili piene di luce e potenza assistono i mansueti e gli umili che credono nelle promesse divine e le rivendicano. Si tratta di cherubini, serafini ed angeli di grande potenza, “mille migliaia... e diecimila miriadi”, che stanno alla destra di Dio, “tutti spiriti ministratori, mandati a servire a pro di quelli che hanno da eredare la salvezza”. Ebrei 1:14. PV 118.1
Questi angeli messaggeri stendono un fedele rapporto delle parole e azioni degli uomini. In cielo viene registrato ogni atto di crudeltà o ingiustizia perpetrato contro il popolo di Dio, tutto quello che esso deve subire ad opera di quanti gli fanno del male. PV 118.2
“E Dio non farà egli giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui, e sarà egli tardo per loro? Io vi dico che farà loro prontamente giustizia?” Luca 18:7, 8. PV 118.3
“Non gettate dunque via la vostra franchezza la quale ha una grande ricompensa! Poiché voi avete bisogno di costanza, affinché, avendo fatta la volontà di Dio, otteniate quel che v’è promesso. Perché: Ancora un brevissimo tempo, e colui che ha da venire verrà e non tarderà”. Ebrei 10:35-37. “Ecco, l’agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione. Siate anche voi pazienti; rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina”. Giacomo 5:7, 8. PV 118.4
La pazienza di Dio è meravigliosa e la giustizia attende a lungo finché c’è grazia per il peccatore, tuttavia “giustizia ed equità sono la base del suo trono”. Salmi 97:2. “L’Eterno è lento all’ira, è grande in forza, ma non tiene il colpevole per innocente. L’Eterno cammina nel turbine e nella tempesta, e le nuvole son la polvere de’ suoi piedi”. Nahum 1:3. PV 119.1
Il mondo viola sempre più temerariamente la legge divina e, dato che il Signore è così paziente, gli uomini calpestano la sua autorità, anzi si aizzano reciprocamente nell’opprimere crudelmente i seguaci di Cristo esclamando: “Com’è possibile che Dio sappia ogni cosa, che vi sia conoscenza nell’Altissimo!” Salmi 73:11. Ma esiste un limite che non potranno oltrepassare e che raggiungeranno presto, anzi già ora hanno quasi esaurito la pazienza, la grazia e misericordia di Dio. Il Signore interverrà per ripristinare il suo onore, liberare il suo popolo e reprimere l’ingiustizia dilagante. PV 119.2
Ai giorni di Noé l’umanità ignorava la legge divina al punto che l’idea di un Creatore era svanita dalla terra. La malvagità umana era così grave che Dio alla fine spazzò via gli abitanti della terra con le acque del diluvio. PV 119.3
In ogni epoca il Signore ha rivelato il suo modo di operare e nei momenti di crisi si è manifestato impedendo che Satana realizzasse i suoi piani. Sovente Egli ha permesso che la crisi cogliesse nazioni, famiglie e individui per manifestare il suo intervento ancora più chiaramente e dimostrare che il Dio d’Israele sostiene la sua legge e difende il suo popolo. PV 119.4
In questo periodo di empietà dilagante possiamo essere sicuri che l’ultima grande crisi è alle porte, e quando il disprezzo della legge divina diverrà quasi universale e il popolo di Dio sarà oppresso e afflitto, Egli interverrà. PV 119.5
Si avvicina il momento in cui dirà: “Va’, o mio popolo, entra nelle tue camere, chiudi le tue porte dietro a te; nasconditi per un istante, finché sia passata l’indignazione. Poiché, ecco, l’Eterno esce dalla sua dimora per punire l’iniquità degli abitanti della terra; e la terra metterà allo scoperto il sangue che ha bevuto, e non terrà più coperti gli uccisi”. Isaia 26:20, 21. Certi cosiddetti cristiani ora possono ancora ingannare e opprimere i poveri, spogliare la vedova e l’orfano e dare libero corso al loro odio satanico contro i figli di Dio di cui non possono dominare la coscienza, ma Egli li chiamerà a render conto di tutto questo. “Perciò il giudicio è senza misericordia per colui che non ha usato misericordia”. Giacomo 2:13. Ben presto dovranno comparire dinanzi al giudice di tutta la terra per render conto di tutte le sofferenze fisiche e psichiche che hanno procurato ai suoi figli. Tuttora possono accusarli falsamente, deridere quanti hanno ricevuto da Dio il mandato evangelico, gettarli in prigione, metterli in catene, condannarli al confino e persino alla morte, ma dovranno rispondere di ogni sospiro e lagrima che hanno provocato. Il Signore li punirà doppiamente per i loro peccati. Parlando di Babilonia, simbolo della chiesa apostata, Egli dice agli esecutori dei suoi giudizi: “Poiché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle iniquità di lei. Rendetele il contraccambio di quello ch’ella vi ha fatto, e rendetele al doppio la retribuzione delle sue opere; nel calice in cui ha mesciuto ad altri, mescetele il doppio”. Apocalisse 18:5, 6. PV 119.6
Dall’India, dall’Africa, dalla Cina, dalle isole dei mari e da milioni di uomini oppressi nei cosiddetti paesi cristiani, il grido dei miseri sale a Dio e non rimarrà più a lungo senza risposta: Egli purificherà la terra dalla sua corruzione morale, non col diluvio, come ai giorni di Noé, bensì con un mare di fuoco che nessuno potrà spegnere. PV 120.1
“E sarà un tempo d’angoscia, quale non se n’ebbe mai da quando esistono nazioni fino a quell’epoca; e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; tutti quelli, cioé, che saran trovati iscritti nel libro”. Daniele 12:1. PV 120.2
Cristo raccoglierà i suoi facendoli uscire da misere soffitte e capanne, prigioni e patiboli, montagne e deserti, caverne e profondità del mare. In terra hanno patito povertà e sono stati osteggiati e tormentati, a milioni sono scesi nella tomba coperti d’infamia per non essersi arresi alle ingannevoli pretese di Satana, i tribunali umani li hanno condannati come se fossero i più vili criminali, ma si avvicina il giorno in cui “Dio stesso sta per giudicare”. Salmi 50:6. Allora le sentenze pronunciate sulla terra si invertiranno e “il Signore, l’Eterno... torrà via di su tutta la terra l’onta del suo popolo”. Isaia 25:8. I fedeli riceveranno delle vesti bianche (Apocalisse 6:11) e “saran chiamati ‘Il popolo santo’, ‘I redenti dell’Eterno’”. Isaia 62:12. PV 120.3
La croce che hanno dovuto portare, le perdite subite, le persecuzioni sofferte e la morte stessa, di tutto questo i figli di Dio saranno ampiamente ricompensati: “Ed essi vedranno la sua faccia e avranno in fronte il suo nome”. Apocalisse 22:4. PV 121.1