Parole di vita
Capitolo 29: Incontro allo sposo
Cristo è seduto con i discepoli sul Monte degli Ulivi. Il sole è tramontato dietro le montagne e le ombre della sera coprono il cielo. Dinanzi a loro c’è una casa riccamente illuminata a festa. La luce che esce dalle aperture e la folla in attesa fanno capire che arriverà presto un corteo nuziale. In molte regioni orientali le nozze si celebrano la sera. Lo sposo va a prendere la sposa e la conduce a casa sua. Alla luce delle fiaccole il corteo nuziale avanza dalla casa del padre di lei alla dimora dello sposo, dove è pronto un banchetto per gli invitati. Gesù osserva appunto in questa scena un gruppo di persone in attesa di unirsi al corteo nuziale. PV 283.1
Vicino alla casa dei genitori della sposa — inizia Gesù il suo racconto — ci sono dieci ragazze vestite di bianco, e ognuna ha una lampada ardente e un vasetto d’olio. Aspettano tutte ansiosamente l’arrivo dello sposo, ma egli ritarda. Le ore passano e le ragazze a un certo punto si addormentano dalla stanchezza. A mezzanotte risuona improvvisamente un grido: “Ecco lo sposo, uscitegli incontro!” Matteo 25:6. Svegliandosi di soprassalto, balzano in piedi e vedono avanzare il corteo nuziale illuminato dalle fiaccole e accompagnato da una lieta musica. Distinguono già la voce dello sposo e della sposa. Prendono rapidamente le lampade e le rimettono in ordine per raggiungere subito la processione. Ma cinque hanno dimenticato di riempire il vasetto di olio, non avendo previsto un’attesa così lunga, e ora si ritrovano sfornite. In questa emergenza si rivolgono alle compagne più sagge: “Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Matteo 25:8. Ma le altre cinque hanno versato tutta la riserva d’olio nelle lampade e non ne hanno più, perciò replicano: “No, che talora non basti per noi e per voi; andate piuttosto da’ venditori e compratevene!” Matteo 25:9. PV 283.2
Mentre vanno a comprarlo il corteo passa e le lascia indietro. Le cinque ragazze con le lampade accese si uniscono alla folla ed entrano nella sala con il seguito nuziale, poi la porta si chiude. Quando finalmente arrivano le ritardatarie, vengono respinte in un modo veramente inatteso. Il padrone di casa dichiara: “Non vi conosco”. Matteo 25:12. E così dovettero rimanere fuori, nel buio della notte, nella strada deserta. PV 283.3
Cristo raccontò ai discepoli la storia delle dieci fanciulle mentre osservava la gente che attendeva lo sposo, ma questo caso illustra l’esperienza che la chiesa farà alla vigilia del suo ritorno. PV 284.1
I due gruppi di ragazze rappresentano i due tipi di persone che professano di attendere il Signore. Si parla di “vergini” perché professano una fede pura. Le lampade rappresentano la Parola di Dio, di cui il salmista dice: “La tua parola è una lampada al mio piè ed una luce sul mio sentiero”. Salmi 119:105. L’olio è un simbolo dello Spirito Santo, come ben evidenzia una profezia di Zaccaria: “E l’angelo che parlava meco tornò, e mi svegliò come si sveglia un uomo dal sonno. E mi disse: ‘Che vedi?’ Io risposi. Ecco, vedo un candelabro tutto d’oro, che ha in cima un vaso, ed è munito delle sue sette lampade, e di sette tubi per le lampade che stanno in cima; e vicino al candelabro stanno due ulivi; l’uno a destra del vaso, e l’altro alla sua sinistra’. E io presi a dire all’angelo che parlava meco: ‘Che significan queste cose, signor mio?’... Allora egli rispondendo, mi disse: ‘È questa la parola che l’Eterno rivolge a Zorobabele: Non per potenza nè per forza, ma per lo spirito mio, dice l’Eterno degli eserciti’... E per la seconda volta io presi a dire! ‘Che significano questi due ramoscelli d’ulivo che stanno allato ai due condotti d’oro per cui scorre l’olio dorato? ‘... Allora egli disse: ‘Questi sono i due unti che stanno presso il Signore di tutta la terra’”. Zaccaria 4:1-14. PV 284.2
Dai due ramoscelli d’ulivo l’olio dorato scorreva attraverso i condotti d’oro fino al vaso del candelabro e di là nelle lampade d’oro che illuminavano il santuario. Cosi lo Spirito Santo si riversa dagli esseri santi che vivono in presenza di Dio sugli uomini che si sono consacrati al suo servizio. I “due unti” hanno il compito di trasmettere al popolo di Dio quella grazia celeste che unicamente può fare della sua Parola una lampada al nostro piede e una luce sul nostro sentiero. “Non per potenza né per forza, ma per lo spirito mio, dice l’Eterno degli eserciti”. Zaccaria 4:6. PV 284.3
Nella parabola delle dieci vergini tutte si levarono per andare incontro allo sposo e tutte avevano la lampada e il vasetto dell’olio, perciò inizialmente non si scorgeva nessuna differenza. Altrettanto è della chiesa immediatamente prima della seconda venuta di Gesù. Tutti conoscono la Sacra Scrittura, hanno udito il messaggio del suo imminente ritorno e lo attendono fiduciosamente. Ma, come nella parabola, anche oggi l’attesa si prolunga e mette alla prova la nostra fede. Quando echeggerà finalmente il grido: “Ecco lo sposo, uscitegli incontro!”, molti saranno impreparati: non hanno olio con sé per alimentare la propria lampada, manca loro lo Spirito Santo. PV 285.1
Senza lo Spirito divino tutta la conoscenza della sua Parola è vana. La cognizione teorica della verità, se non è accompagnata dallo Spirito, non può vivificare l’anima né santificare il cuore. Possiamo conoscere a menadito i comandamenti e le promesse della Bibbia, ma se lo Spirito di Dio non fa penetrare la verità nel fondo del cuore, il nostro carattere non cambierà. Senza il suo aiuto non siamo in grado di distinguere la verità dall’errore e cadremo facilmente nelle sottili tentazioni di Satana. PV 285.2
Le vergini sciocche non rappresentano degli ipocriti, bensì persone che apprezzano la verità e la difendono: esse amano la compagnia di coloro che ci credono, ma non si sono abbandonate all’azione dello Spirito Santo. Non sono cadute sulla Roccia che è Gesù Cristo, permettendo l’infrangersi della loro vecchia natura. Sono le stesse persone rappresentate altrove dal suolo pietroso. Accettano volentieri la Parola ma non ne assimilano i principi, perciò la sua influenza non è duratura. Lo Spirito Santo agisce nel nostro cuore nella misura in cui lo desideriamo e gli permettiamo di ricreare la nostra natura, ma le persone rappresentate dalle vergini sciocche si sono accontentate di un’opera superficiale. Non conoscono veramente Dio, non hanno studiato il suo carattere, non hanno coltivato la comunione con lui, perciò non sanno nutrire fiducia in lui, non sanno contemplarlo e viverlo. Il loro culto è puramente formale: “E vengon da te come fa la folla, e il mio popolo si siede davanti a te, e ascolta le tue parole, ma non le mette in pratica; perché, con la bocca fa mostra di molto amore, ma il suo cuore va dietro alla sua cupidigia”. Ezechiele 33:31. L’apostolo Paolo sottolinea che cosa caratterizzerà l’umanità immediatamente prima del ritorno di Cristo: “Or sappi questo, che negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, ... amanti del piacere anziché di Dio, aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza”. 2 Timoteo 3:1-5. PV 285.3
Ecco le persone che nei momenti di crisi esclameranno: “Pace e sicurezza!” Ma si cullano in una falsa sicurezza e non hanno coscienza del pericolo. Scosse dal letargo, si rendono conto della loro misera situazione e chiedono agli altri di supplire ai loro bisogni, ma in campo spirituale nessuno può riparare alle carenze altrui. La grazia di Dio viene offerta liberamente a tutti ed è stato proclamato ad alta voce il messaggio evangelico: “E chi ha sete venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita”. Apocalisse 22:17. Ma il carattere non si trasmette. Nessuno può credere al posto di un altro né ricevere lo Spirito in sua vece, nessuno può trasferire agli altri quelle caratteristiche che sono il frutto dell’azione dello Spirito Santo: “Se in mezzo ad esso si trovassero Noè, Daniele e Giobbe, com’è vero ch’io vivo, dice il Signore, l’Eterno, essi non salverebbero né figliuoli né figliuole; non salverebbero che le loro persone, per la loro giustizia”. Ezechiele 14:20. PV 286.1
Il carattere si rivela nei momenti cruciali. Quando, a mezzanotte, si sentì il grido: “Ecco lo sposo, uscitegli incontro!”, e le vergini furon bruscamente svegliate dal sonno, si vide chiaramente chi di loro si era preparata all’avvenimento. Furono colte tutte di sorpresa, ma un gruppo era pronto per l’emergenza, l’altro no. Cosi anche oggi, una catastrofe improvvisa ed inattesa può metterci faccia a faccia con la morte e dimostrare se crediamo veramente nelle promesse di Dio e siamo sorretti dalla sua grazia. L’ultima grande prova avrà luogo alla fine del tempo di grazia, quando non sarà più possibile curare i bisogni dell’anima. PV 286.2
Le dieci vergini vegliano al crepuscolo della storia di questo mondo. Si dicono tutte cristiane, hanno ricevuto tutte un appello, un nome, una lampada, e tutte pretendono di essere al servizio del Signore. Apparentemente attendono tutte l’apparizione di Cristo, ma cinque non sono pronte e rimarranno sorprese e desolate ritrovandosi escluse dalla sala del banchetto. PV 286.3
Nel giorno finale molti pretenderanno di entrare nel regno di Cristo affermando: “Noi abbiam mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre piazze!” “Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti?” Ma Egli risponderà: “Io vi dico non so donde voi siate; dipartitevi da me voi tutti operatori d’iniquità”. Luca 13:26, 27; Matteo 7:22. Non avendo coltivato in questa vita la comunione con Cristo, non conoscono il linguaggio del cielo e la sua gioia rimane loro estranea. “Infatti, chi, fra gli uomini, conosce le cose dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? E così nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio”. 1 Corinzi 2:11. PV 287.1
Le parole più tristi che orecchie umane dovranno ascoltare sono contenute in questa terribile sentenza: “Io non vi conosco”. Solo la comunione dello Spirito Santo, che molti disdegnano, può farci partecipare al lieto convito delle nozze celesti, altrimenti sarà impossibile per noi prender parte a quella festa: saremmo ciechi per vederne la luce, e sordi per udirne la melodia. Il suo amore e la sua gioia non susciterebbero alcuna eco nel nostro cuore intorpidito dal mondo. La nostra impreparazione stessa ci esclude dalla compagnia del cielo. PV 287.2
Non possiamo essere pronti ad incontrare il Signore se afferriamo le nostre lampade e vogliamo farle riempire solo dopo essere stati destati dal grido: “Ecco lo sposo!” Non possiamo escludere Cristo dalla nostra vita presente e godere, ciò nonostante, la comunione con lui nell’eternità! PV 287.3
Le vergini sagge della parabola avevano con sé anche dei vasetti d’olio oltre alle lampade, e la loro fiamma poté ardere così tutta la notte di veglia. Quella luce contribuiva ad aumentare lo splendore dell’illuminazione allestita in onore dello sposo e rischiarava la via che conduceva alla sua casa, alla festa di nozze. PV 287.4
È così che i discepoli di Cristo dovrebbero brillare nelle tenebre del mondo. Tramite lo Spirito Santo la Parola di Dio agisce come una luce e una potenza che trasforma la vita di chi la riceve. Imprimendo nei cuori i principi della Parola, lo Spirito Santo sviluppa negli uomini gli attributi divini. I suoi discepoli devono riflettere la luce della sua gloria, il suo carattere. È così che devono glorificare Dio e illuminare la via che conduce alla dimora dello Sposo, alla città di Dio dove è pronto il banchetto per le nozze dell’Agnello. PV 287.5
Lo sposo arrivò a mezzanotte, nel momento più buio, e anche Cristo ritornerà nell’ora più tenebrosa della storia di questa terra. I giorni di Noè e Lot illustrano in che condizioni si troverà il mondo prima dell’avvento del Figlio dell’uomo. Le Scritture profetizzano in merito che Satana agirà “con ogni sorta di opere potenti... e con ogni sorta d’inganno, d’iniquità”. 2 Tessalonicesi 2:9, 10. Il suo operato si rileva chiaramente dalle tenebre rapidamente dilaganti, dai numerosi errori e dalle eresie e seduzioni di questi ultimi giorni. Con i suoi inganni Satana non sta catturando solo il mondo ma anche le chiese che si dicono cristiane. Questa grave apostasia genererà delle tenebre fitte come quelle della mezzanotte e impenetrabili come un nero sacco di cilicio. Per il popolo di Dio sarà una notte di prova, di lagrime e di persecuzione per amore della verità, ma la luce di Dio brillerà in piena notte. PV 288.1
Dio fa splendere “la luce fra le tenebre”. 2 Corinzi 4:6. Quando “la terra era informe e vuota, e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso... lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. E Dio disse: ‘Sia la luce!’. E la luce fu”. Genesi 1:2, 3. Similmente Dio pronuncerà queste parole nella notte delle tenebre spirituali: “Sia la luce!” Al suo popolo Egli dice: “Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è giunta, e la gloria dell’Eterno s’è levata su te!” Isaia 60:1. PV 288.2
“Poiché, ecco”, leggiamo ancora, “le tenebre coprono la terra, e una fitta oscurità avvolge i popoli; ma su te si leva l’Eterno, e la sua gloria appare su te”. Isaia 60:2. PV 288.3
Il mondo è avvolto nel buio di una falsa concezione di Dio. L’umanità quasi non sa più che carattere abbia e fraintende la sua natura, perciò in quest’epoca bisogna proclamare un messaggio di Dio che faccia chiarezza e abbia la potenza di salvare. Bisogna far conoscere il carattere di Dio, illuminare le tenebre del mondo con la luce della sua bontà, misericordia e verità. PV 288.4
Proprio questo intende il profeta Isaia quando dice: “O tu che rechi la buona novella a Sion, sali sopra un alto monte! O tu che rechi la buona novella a Gerusalemme, alza forte la voce! Alzala, non temere! Di alle città di Giuda: ‘Ecco il vostro Dio!’. Ecco, il Signore, l’Eterno, viene con potenza, e col suo braccio Ei domina. Ecco, la sua mercede è con lui, e la sua ricompensa lo precede”. Isaia 40:9, 10. PV 289.1
Tutti coloro che attendono lo Sposo hanno il dovere di dire alla gente: “Ecco il vostro Dio!” Gli ultimi raggi della luce della grazia, l’ultimo messaggio di misericordia devono rivelare al mondo l’affettuoso e benigno carattere di Dio. I suoi figli sono chiamati a proclamare la sua gloria dimostrando con la propria vita ed il proprio carattere ciò che la grazia divina ha fatto per loro. PV 289.2
Dobbiamo riflettere la luce del Sole di Giustizia compiendo opere buone e sante e pronunciando parole di verità. PV 289.3
Cristo, il riflesso della gloria del Padre, è venuto a noi come luce del mondo, per rappresentare Dio dinanzi agli uomini, e di lui sta scritto che era “unto di Spirito Santo e di potenza... è andato attorno facendo del bene”. Atti 10:38. Nella sinagoga di Nazareth Egli disse: “Lo Spirito del Signore è sopra me; per questo egli mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato a bandir liberazione ai prigionieri, ed ai ciechi ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, e a predicare l’anno accettevole del Signore”. Luca 4:18, 19. Questo è anche il mandato che assegnò ai discepoli: “Voi siete la luce del mondo ... Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché veggano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è ne’ cieli”. Matteo 5:14, 16. PV 289.4
Ancora il profeta Isaia descrive questo compito nei seguenti termini: “Non è egli questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu meni a casa tua gl’infelici senz’asilo, che quando vedi uno ignudo tu lo copra, e che tu non ti nasconda a colui ch’è carne della tua carne? Allora la tua luce spunterà come l’aurora, e la guarigione germoglierà prontamente; la tua giustizia ti precederà, e la gloria dell’Eterno sarà la tua retroguardia”. Isaia 58:7, 8. PV 289.5
Ecco come la chiesa deve riflettere la luce divina nell’oscurità spirituale, risollevando l’oppresso e consolando l’afflitto. PV 290.1
Quanta sofferenza e miseria nel mondo e intorno a noi! Dovunque volgiamo lo sguardo ci sono persone bisognose e in difficoltà, e tocca a noi dare una mano di aiuto e alleviare gli stenti della loro vita. PV 290.2
Un impegno pratico in loro favore sarà molto più efficace di tanti pii discorsi. Dobbiamo dare da mangiare agli affamati, vestire gli ignudi e ospitare i senzatetto, ma anche di più. Solo l’amore di Cristo può soddisfare i bisogni dell’anima, ma se Egli dimora in noi anche i nostri cuori traboccheranno di simpatia divina e le fonti dell’ardente carità cristiana finora sepolte si dischiuderanno. PV 290.3
Dio non chiede solamente che offriamo i nostri doni ai bisognosi, ma desidera da noi anche un viso lieto e affabile, parole incoraggianti, una calda stretta di mano. Quando Cristo guariva un infermo gli imponeva le mani, perciò anche noi dobbiamo entrare in un rapporto intimo con le persone alle quali vogliamo fare del bene. PV 290.4
Molti vivono ormai senza speranza: portiamogli un raggio di sole! Molti non hanno più il coraggio di vivere: rincuoriamoli e preghiamo per loro. Altri hanno fame del pane della vita: leggiamogli qualche brano della Parola di Dio. Altri ancora soffrono di una malattia dell’anima che nessun balsamo e nessuna medicina terrena può guarire: preghiamo per loro e conduciamoli a Gesù, ricordiamogli che esiste un “balsamo in Galaad”, un Medico potente. PV 290.5
La luce naturale arreca beneficio al mondo intero, anche agli ingrati, agli empi, ai corrotti. Altrettanto avviene con la luce di Gesù, Sole di Giustizia. Tutta la terra, avvolta nel buio del peccato e della sofferenza, deve essere rischiarata dalla conoscenza dell’amore di Dio. La luce che emana dal trono divino deve illuminare tutti gli uomini, senza distinzione di setta, rango o classe sociale. PV 290.6
Bisogna annunciare il messaggio della speranza e misericordia fino ai confini della terra, e chiunque voglia può tendere la mano, afferrare la potenza di Dio e far pace con lui. I pagani non devono restare più immersi nel buio di mezzanotte. I luminosi raggi del Sole di Giustizia devono illuminare anche loro. Il potere dell’inferno è stato infranto. PV 290.7
Ma nessuno può trasmettere agli altri ciò che non ha ricevuto. Nella causa di Dio l’uomo da solo nulla può fare, e nessuno può trasformarsi con i suoi sforzi in un canale di luce divina. Solo l’olio che gli angeli versavano nei tubi d’oro e che dal vaso d’oro si riversava nelle lampade del santuario, alimentava una luce chiara e continua. È l’amore che Dio trasmette continuamente all’uomo che gli permette di diffondere la luce tutt’intorno. L’olio d’oro dell’amore scorre copiosamente nel cuore di quanti sono uniti a Dio dalla fede, per brillare e trasformarsi in opere buone ed in un servizio devoto e fedele. PV 291.1
L’inestimabile dono dello Spirito Santo comprende tutte le ricchezze del cielo. Se la sua grazia non si manifesta doviziosamente fra gli uomini, non è perché Dio ne sia avaro: chiunque voglia può ricevere il dono del suo Spirito. PV 291.2
Ognuno di noi ha il privilegio di fungere da canale vivente tramite il quale Dio trasmette al mondo i tesori della sua grazia, le insondabili ricchezze di Cristo. Non c’è niente che Egli desideri più vivamente dell’avere dei collaboratori che presentino al mondo il suo spirito e il suo carattere. Il maggiore bisogno del mondo è quello di uomini che manifestino nella loro vita l’amore del Salvatore. Il cielo intero attende e cerca dei canali per far giungere all’umanità il sacro olio della gioia e della benedizione. PV 291.3
Cristo ha adottato tutti i provvedimenti per trasformare la sua chiesa, illuminarla della Luce del mondo e farle possedere la gloria del Principe Emmanuele. È suo proposito che ogni cristiano sia circondato da un’atmosfera spirituale di luce e di pace, e che noi riveliamo la sua gioia nella vita quotidiana. PV 291.4
Chi è ripieno dello Spirito di Dio traboccherà di amore divino, e questa pienezza si riverserà su altri tramite lui. PV 291.5
Il Sole della Giustizia porterà “la guarigione ... nelle sue ali”. Malachia 4:2. Similmente il vero cristiano diffonderà un’influenza vivificante che trasmette coraggio, soccorso e una vera guarigione. PV 291.6
La religione di Cristo comporta più del perdono dei peccati: essa non solo elimina i nostri peccati, ma riempie il vuoto con le grazie dello Spirito Santo, è luce e gioia di Dio in noi. Essa ci svuota il cuore dell’egoismo e lo pervade della continua presenza di Cristo. Quando Gesù regna nell’anima, c’è purezza, libertà dal peccato. La gloria, la pienezza, la completezza del piano evangelico si manifestano nella vita. L’accettazione del Salvatore porta al godimento di una perfetta pace, di amore e sicurezza. Ovunque la bellezza e fragranza del carattere di Cristo si manifestino nella vita di un uomo, dimostrano che Dio ha veramente inviato il Figlio perché fosse il Salvatore del mondo. PV 291.7
Cristo non ordina ai suoi seguaci di sforzarsi per brillare, ma dice piuttosto di lasciare che la loro luce brilli. Se abbiamo accettato la grazia di Dio, la luce sarà in noi. Rimuoviamo gli ostacoli, e la gloria del Signore si manifesterà! La luce splenderà fugando le tenebre e noi risplenderemo a nostra volta nel nostro campo di influenza. PV 292.1
La rivelazione della gloria di Dio nella natura umana farà scendere il cielo sulla terra al punto da manifestare la bellezza del santuario divino in chiunque ha accettato Gesù come proprio Salvatore. Gli uomini saranno affascinati dalla gloria di Cristo che dimora nel cuore ed eleveranno un concento di lodi e ringraziamenti al grande Dispensatore di ogni bene. PV 292.2
“Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è giunta, e la gloria dell’Eterno s’è levata su te!” Isaia 60:1. Questo messaggio è rivolto a quanti vanno incontro allo Sposo. Cristo ritorna con potenza e gran gloria: con la sua propria e con la gloria del Padre. Tutti i santi angeli lo accompagneranno. E mentre il mondo intero è sprofondato nel buio, ci sarà luce nelle dimore dei santi. Saranno loro a scorgere i primi chiari raggi della sua seconda apparizione. Il suo splendore irradierà una luce nitida e pura e tutti coloro che l’hanno servito l’adoreranno come Redentore. Mentre gli empi fuggono dinanzi a lui, i redenti si rallegrano. Anticipando in visione il momento del secondo avvento di Cristo, il patriarca esclamava: “Lo contempleranno gli occhi miei, non quelli di un altro”. Giobbe 19:27. Per i suoi fedeli seguaci Cristo è stato un compagno quotidiano ed amico familiare. Hanno vissuto in intimo contatto, in costante comunione con Dio. Su di loro si è levata la gloria dell’Eterno e hanno riflesso la luce della conoscenza di Dio. Ora sono felici nello splendore del Re dei re, pronti a godere la comunione celeste, in quanto avevano già il cielo nel cuore. PV 292.3
A testa alta, illuminati dai raggi del Sole di Giustizia e felici per la redenzione imminente, vanno incontro allo Sposo esclamando: “Ecco, questo è il nostro Dio: in lui abbiamo sperato, ed egli ci ha salvati”. Isaia 25:9. PV 293.1
“Poi udii come la voce di una gran moltitudine e come il suono di molte acque e come il rumore di forti tuoni, che diceva: Alleluia! poiché il Signore Iddio nostro, l’Onnipotente ha preso a regnare. Rallegriamoci e giubiliamo e diamo a lui la gloria, poiché son giunte le nozze dell’Agnello, e la sua sposa s’è preparata... E l’angelo mi disse: Scrivi: Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell’Agnello”. “Egli è il Signor dei signori e il Re dei re; e vinceranno anche quelli che sono con lui, i chiamati, gli eletti e fedeli”. Apocalisse 19:6-9; 17:14. PV 293.2